CALCIO
Un progetto che funziona
Il Lugano è in corsa su tre fronti e la squadra sembra in crescita: oggi arriva il Servette
Pubblicato il 08.10.2023 05:12
di L.S.
La parola “storia” ricorre orgogliosamente nei titoli di queste ore.
Il Lugano ha vinto a Istanbul contro il Besiktas: di per sé, un’impresa sportiva con pochi precedenti. Se poi ci mettiamo la spettacolare rimonta, dallo 0 a 2 al 3 a 2, ecco che l’epica è servita.
Al di là dei tre preziosi punti che (ri)lanciano la squadra in Conference League, il significato di questo successo va oltre la semplice partita vinta in Turchia. I bianconeri stanno dimostrando di meritarsi ampiamente questo palcoscenico, ma soprattutto, che il percorso intrapreso due anni fa con questa nuova proprietà, poggia su basi solide e prospettive dai contorni ancora indefiniti. E, che proprio per questo, invitano a sognare.
Dove può, e soprattutto, dove vuole arrivare questo club?
La politica sembra piuttosto chiara: far crescere giovani giocatori e rivenderli, e nel contempo, cosa non proprio semplicissima, continuare a restare ai vertici del calcio svizzero, regalandosi una presenza costante nella fascinosa Europa.
Quando il direttore sportivo Da Silva snocciolò, nella conferenza di inizio stagione, gli obiettivi del club (un posto in Europa in campionato, ancora una finale di Coppa Svizzera e il superamento dei gironi di Conference League), alzi la mano chi non ha pensato che l’ambizione del club non andasse di pari passo con il mercato fatto.
Insomma, con un impegno in più da affrontare, la rosa, almeno sulla carta, non sembrava certo migliorata. Anzi, aveva perso ancora una volta un paio di pedine importanti, simboli che in questi anni avevano contribuito a scrivere pagine indimenticabili.
E invece, dopo poco più di due mesi di calcio giocato, il Lugano si riscopre ancora una volta competitivo su più fronti.
Negli ottavi di Coppa sfiderà il Losanna, mentre in Europa è in testa al suo girone unitamente a quel Bruges che affronterà presto a Zurigo. E il campionato? Dopo un inizio non proprio esaltante, la squadra si è ripresa sino a raggiungere le zone alte della classifica e oggi, contro un Servette reduce dalla scoppola di Roma, ha l’occasione di allungare la striscia positiva.
Insomma, il progetto Mansueto, che presto potrà contare sul nuovo stadio, funziona (anche) grazie alle competenze di chi ci lavora. Dalla torre di comando di Chicago, fino a quegli uomini che ogni giorno, qui a Lugano, contribuiscono a costruire un futuro migliore per questo club. Dentro e fuori dal campo.
E poi, certo, meriterebbe un capitolo speciale il mister, un’altra scommessa vinta dalla dirigenza, che in questi due anni ha sbagliato veramente poco. Per non dire nulla.
Mattia Croci-Torti e il suo staff sono l’anima di una squadra che sa coniugare professionalità e passione, permettendo al tifoso un’identificazione tutt’altro che scontata e che non può non suscitare l’ammirazione anche in chi non ha mai tifato Lugano.  
Detto questo, sarebbe bello che oggi a Cornaredo un folto pubblico omaggiasse questa squadra: per l’impresa compiuta in Turchia, ma soprattutto, per le emozioni che ha saputo regalare in questi due anni. E che verosimilmente, ci regalerà ancora.