FORMULA UNO
Max scrive un'altra pagina importante
Verstappen campione del mondo: a chi assomiglia? Forse a tanti campioni del passato...
Pubblicato il 09.10.2023 09:16
di Silvano Pulga
Fine settimana decisivo in Qatar per il Mondiale di Formula 1, se mai veramente fosse necessario arrivare sin qui per avere la conferma di chi avesse vinto il campionato piloti. Ma si sa, la matematica ha le sue pretese e così, sabato, nella gara sprint, Max Verstappen ha avuto la conferma del suo terzo titolo consecutivo e, il giorno dopo, ha festeggiato alla sua maniera con una cavalcata solitaria in testa alla corsa vera e propria.
Il resto è stato soprattutto una partenza suicida delle due Mercedes, che si sono autoeliminate, partendo rispettivamente George Russel dalla prima fila e Lewis Hamilton dalla seconda. Ad avere la peggio è stato il pluricampione iridato, peraltro responsabile principale della carambola, il quale ha subito danni irreparabili alla monoposto, ed è stato così costretto a ritirarsi. Il suo compagno, pur riportando qualche ammaccatura, è invece rimasto in gara, terminando il Gran premio in quarta posizione, davanti a Charles Leclerc, con l'unica Ferrari in gara, visto che il compagno Carlos Sainz non ha neppure preso il via a causa di un problema meccanico.
Così, con Rosse e Mercedes in difficoltà, a guadagnarci sono state le Mc Laren, vere protagoniste in una gara dove era obbligatorio effettuare almeno tre cambi gomme, con l'australiano Oscar Piastri davanti all'inglese Lando Norris: niente male per due macchine che partivano indietro nello schieramento, rispetto alle avversarie. E attenzione al bottino di punti dei due giovanotti, perché la Mc Laren si sta avvicinando pericolosamente, in classifica costruttori, a Mercedes (seconda, con 326 punti) e Ferrari (terza, con 298), essendo a quota 219. E con ancora 5 Gran premi da disputare, c'è spazio per ogni soluzione. Ovviamente, per l'assegnazione del posto d'onore, si capisce. 
Max, quindi, ancora iridato: niente d'imprevisto, in fondo, lo si era capito da tempo. C'è però da dire che, a differenza delle altre due vittorie, Caratterizzate da polemiche (il primo anno con Lewis Hamilton, il secondo con il tormentone del superamento del budget), a questo giro l'olandese volante ha vinto veramente di prepotenza. Ha la possibilità, infatti, di battere il record delle vittorie stagionali (peraltro da lui ottenuto la scorsa stagione), oltre ad avere ottenuto quello delle affermazioni consecutive. Certo, che chi dice che un dominio così assoluto ucciderà l'interesse per il campionato: noi preferiamo, per adesso, festeggiare un campione che non ha vinto solo per il fatto di avere, sotto il sedere, la macchina più forte.
La prova: il compagno Checo Pérez il quale, se davvero fosse solo per la macchina, avrebbe dovuto essere molto vicino al suo ingombrante socio di scuderia. In realtà, il messicano sta andando incontro a una stagione non certo esaltante, e non è praticamente mai stato in lotta per privare a vincere il mondiale piloti. La realtà è che Max è anche bravo, più degli altri. C'è anche chi dice che se avesse avuto in squadra un Hamilton, un Leclerc, un Sainz avrebbe avuto più di un grattacapo: può darsi. Ma qua emerge la scelta del team di affiancargli un vero numero due, e non un potenziale rivale per la vittoria finale. Una strategia giusta, visto ciò che succede altrove (per informazioni, citofonare Mercedes e Ferrari). Alla Red Bull, le gerarchie sono chiare e inscalfibili: e queste cose, fanno la differenza.
Max è forte in pista, e riassume dentro di sé alcune delle caratteristiche dei migliori che lo hanno preceduto nei decenni scorsi. Bravo come Niki Lauda ad aiutare a sviluppare la macchina, ma molto meno computer dell'austriaco, e capace, se necessario, di fare a sportellate in pista, come Michael Schumacher. Veloce come lo era Ayrton Senna, ma con la classe di un contemporaneo, seppure più stagionato, come Lewis Hamilton, o di un altro grande, come Alain Prost. Sarà anche noioso, chissà: ma siamo di fronte a un pilota che sta scrivendo una pagina di storia di questo sport, come quelli citati sopra. E, allora, chapeau.