OFFSIDE
"Il giorno più bello della mia vita"
Le emozioni del 20.enne dell'HC Lugano Roberts Cjunskis, che ha segnato il suo primo gol
Pubblicato il 17.10.2023 10:28
di L.S.
Due partite e un gol. Quello dell’8 a 0, sabato sera a Langnau, nella goleada bianconera.
Un gol facile facile, con il disco soltanto da spingere in rete, a porta vuota. "Non potevo sbagliarlo", dirà con estrema umiltà. Tirando fuori un sorriso compiaciuto.
Un gol che per il 20.enne lettone, con licenza svizzera, Roberts Cjunskis, vale più di qualsiasi altra cosa. Sì, è il giorno più bello della sua vita. E lo ripete, guardando negli occhi, lucidi, chi lo sta intervistando.
È tutta l’azione che rimane scolpita nella mente di chi osserva: lui che segna, Fazzini che si lancia per recuperare il disco, che diventerà un cimelio e i compagni, letteralmente impazziti di gioia. È la sublimazione di anni di sforzi, di sogni che di colpo diventano realtà. Il tutto in un paio di secondi. Indelebili.
Vedere un ragazzo segnare il primo gol in National League è sempre un’emozione, così come lo è ascoltarne le parole: i ringraziamenti a chi gli è stato vicino, si mescolano a quelle parole che risuonano forti e sincere: “È il giorno più bello della mia vita”.
A vent’anni si può dire, si ha già la consapevolezza di ciò che si è vissuto e dei sacrifici fatti. E soprattutto dei sogni coltivati, magari in silenzio, lavorando tantissimo e trovando anche il tempo per ottenere un diploma federale. E per chi è arrivato in Svizzera a 14 anni, non è proprio una cosa scontata.
Sì, hockey e scuola, si può ancora, anzi, si deve, per chi come Cjunskis ha dimostrato di non essere intelligente soltanto sul ghiaccio.
Il suo è un esempio che fa bene, soprattutto in questi giorni, con le notizie che arrivano dalla vicina Penisola, di giovani calciatori, milionari, che hanno smarrito il senso dello sport, che rischiano di buttare all’aria carriere costruite sul sudore e la fatica.
Ecco che gli occhi di Cjunskis, davanti alle telecamere di Fuorigioco, sono una bella immagine da ricordare nei momenti difficili. Anche in questi giorni terribili, per l’umanità, c’è ancora spazio per chi ha voglia di sacrificarsi per qualcosa che ama. E che lo fa essere terribilmente felice. Una felicità che contagia anche noi.