Enzo
Fernandez la passa al centro della difesa peruviana, Julian Alvarez
fa per tirare ma alle sue spalle sente un “lascia” e lui la
lascia. Fernandez e Alvarez sono i giovani puma dell’Argentina, già
un mondiale vinto da protagonisti. Ma quando nelle orecchie risuona
il “lascia”, proprio quello, beh, la si lascia anche senza
guardare e vada come vada. E va che il pallone finisce in porta, che
novità: non c’è neanche il tempo per avere un
dubbio. Quel sinistro radente, quell’impatto quasi silenzioso,
quell’ombra che arriva da dietro e nessuno vede, come sorta dal
centro della terra, appartiene un tizio, l’unico tizio tra
quelli in campo adesso che potrà giocare ancora tra cent’anni,
anche a mondo travolto come si prospetta in questi terribili giorni.
Ancora tu? Non mi sorprende lo sai. Ancora tu? Ma non dovevamo
vederci più. Sembra più giovane, magari ha un ritratto di sé in
soffitta. Una volta inventava spazi immaginari dove far correre il
pallone, ora ne vede altri dove corre lui. Gli bastano pochi metri
eh, non è che parta da El Calafate per arrivare San Miguel de
Tucuman. Anche la Signora avrà un bell’aspettare a Samarcanda, che
è lontanissima e a passetti non ci si arriverà mai neanche volendo. La
fredda cronaca dice Perù zero, Argentina due. Due gol simili:
passaggio, “lascia”, sinistro, rete. Con la corsetta descritta,
invisibile agli occhi peruviani eretti a difesa ultima vana. Dicono
che a causa del clima stiano proliferando le cimici, ma di pulce c’è
n’è una sola e non si estinguerà. Il ritratto è al sicuro.
Calcio
Ancora tu? Sembri più giovane
Dove si parla della grandezza di una pulce