Calcio
La bellezza del Milan, il realismo della Juve
Si affrontano due grandi del calcio italiano
Pubblicato il 22.10.2023 08:30
di Aristide Lorenzi
Juve e Milan si rispettano e si riconoscono. Si affrontano in maniera ordinaria, senza eccessivi parossismi. Non si percepiscono come avversari, ma si sentono come nemici. I loro scontri non ricercano la polemica, non la fomentano. Si incontrano ergendosi a testimoni principi del calcio italiano. Rappresentano Torino e Milano. Le due città, del Nord Italia, che hanno trainato lo sviluppo economico del paese. Le protagoniste, assieme a Genova, del boom che portò la vicina Penisola nella contemporaneità e la avvicinò al Nord Europa. Poi tutto è cambiato. Milano ha preso il sopravvento, non è solo industria ma anche finanza. I piemontesi sembrano procedere per inerzia, cercano di farsi forza sul loro passato ma sono come un cavallo imbolsito. I lombardi capiscono i tempi, li intercettano e carpiscono le potenzialità. Non hanno esitazioni, seguono svelti le intuizioni. La Juve è Madama. È la pretesa di continuare la regalità sabauda con altri mezzi. È il sistema che si realizza, incrocia il suo destino in modo indelebile con il calcio italiano nella sua totalità, vuole essere l'avanguardia. Intende dominare, perché si crede in diritto di farlo. È popolare, il suo seguito proviene da tutto il territorio nazionale, è istituzionale. Cerca deferenza, riporta l'ordine, promette di estirpare il caos. Chi vuole vincere, la deve battere. Non può essere sottovalutata, poiché la storia conta e i bianconeri sanno come farla pesare. Non vivono di sogni ma sono agganciati alla realtà. Gioco e schemi sono un dettaglio, l'unico obiettivo è la vittoria. Il Milan è il Diavolo. I rossoneri si esaltano e ricercano la scioltezza, hanno un pensiero leggero, sono sicuri delle loro potenzialità, hanno l'ambizione di essere sospinti dal vento del blasone europeo che in Italia non ha pari. Si sentono e vogliono essere etichettati come “belli”, sono portatori di una missione e ci credono. Le loro origini popolari sono state archiviate, hanno abbracciato e si sono consegnati al “berlusconismo”. L'orizzonte da raggiungere ha crismi aristocratici. L'assioma del milanismo poggia su  due principi: spettacolo e gioco. L'avversario è guardato dall'alto in basso: in virtù di una conclamata riconosciuta superiorità estetica.