CALCIO
La Pontaise sulla rotta di Nessuno
Il derby di Losanna e una giornata a suo modo mitologica
Pubblicato il 23.10.2023 07:53
di Giorgio Genetelli
Ci sono scalini antichi come a Olympia - depositaria dei Giochi e “Dea dell'amore, della bellezza, del desiderio amoroso, della buona navigazione” - che occorre salire e scendere, magari per la prima volta e per questo la giornata diventa a suo modo mitologica. Uno Stadio Olimpico c’è a Losanna e si chiama Pontaise, così fuoricorso che per i bisognini bisogna scendere, andar fuori, rientrare nelle catacombe e sperare che la vescica tenga. È andato in scena lì il primo derby di Losanna in Super League, giusto così, che nel novissimo La Tuilière avrebbe fatto un po’ l’effetto malinconico del tonno in scatola.
Il quiscrivente è partito dai monti nella bufera alle otto del mattino e verso le undici era già intrappolato nel treno arenatosi nella galleria del Sempione; due ore da vagone blindato, senza sapere, a parte i soliti annunci di scuse che vien la voglia di sparare alla radio come Belushi. Poi vabbe’, trascinati fuori con la Teresin, la locomotiva di servizio, a venti all’ora e al momento di cambiare mezzo il ritardo era già da maglia nera al Tour. È andata che comunque, dopo gli ultimi trecento metri a piedi e in salita, si sono varcati i cancelli della Pontaise come se fosse l’Ade, ed erano le cinque de la tarde.
Un’ora di rincorsa per preparare il match, che poi si è risolto in una sfida di erroracci ed emozioni, nella quale sono omericamente naufragati i due portieri Da Silva e Letica con scelte pessime e pagate con i gol di un finale arroventato e caotico. 2-2 e poche gioie, tra il proletario Stade Lausanne-Ouchy (roba da quartiere) e l’aristocratico Lausanne-Sports (con sponsor over the rainbow). Non è certo un Classico del calcio svizzero, e infatti poco pubblico e Stade Olympique a mostrare tutte le rughe secolari (vedi affresco). Ma la metà di quei pochi paganti era una delegazione un tantino deficiente, con i suoi fumogeni tossici in rappresentanza di niente che, oltre a riaprire il buco vodese nell’ozono, hanno costretto a una sospensione di cinque minuti e ad avere la peggio è stata proprio la spopolata e tossente tribuna-stampa, a coté degli affumicatori. Guardati a distanza dal servizio d’ordine e senza neanche una reprimenda piccolissima.
Poi, altra scarpinata verso la stazione poiché i bus, a causa di lor signori, sono stati soppressi. Infine ritorno a Briga per una birra attorno alle undici di un giorno senza fine, una specie di periplo omerico, altro che buona navigazione, senza né Circe né Calypso, altro che amore e bellezza, per non dire del desiderio in picchiata. Il mio nome è Nessuno, giusto così.
 
gene