Hockey
Il Corbatt è bianconero
La mascotte del Lugano ha debuttato anche fuori casa
Pubblicato il 24.10.2023 07:07
di Angelo Lungo
La mascotte è un simbolo propiziatorio, serve prima a blandire e poi ad entrare nelle grazie del Fato. L'etimologia del termine spiega che l'origine è provenzale, proviene dalla parola mascoto che significa “sortilegio”, “portafortuna”. Questa storia la racconta Fabio Degli Antoni, voce del Lugano calcio e collaboratore dell'HCL da oltre 12 stagioni. Tutto è cominciato nella metà degli anni Ottanta, quando compare “Strillo”, un'immagine che ricorda i personaggi di Schulz. Strillo urlava a squarciagola “Dai Lugano”, fu impresso sugli adesivi e furono fatti dei pupazzetti. Poi, nel corso della seconda decade del 2000, è arrivata “Giazzy” la pantera, che aveva dei richiami al logo, la mascotte si è messa in movimento. Spiega Fabio: “Il vestito c'era ma non era utilizzato. Veniva adoperato solo per eventi eccezionali. Ho tolto la polvere, l'ho indossato, sono andato sugli spalti tra i tifosi”. Aggiunge tra il commosso e il divertito: “Il giorno seguente è arrivata un'email, sosteneva che Giazzy era troppo esuberante. Ho capito che eravamo sulla strada giusta”. Dopo quella volta il costume lo ha messo Sacha. Tre anni fa, dopo il cambiamento del logo, ecco la svolta. Si voleva ritornare al passato e alla tradizione. Giazzy non era ritenuto rappresentativo di questa intuizione. La società ha fatto nascere: “Il Corbatt”, il corvo. Nomen omen dicevano i latini, un nome un destino. Come si è arrivati al corvo? La spinta l'hanno data i cugini con il loro sfottò indirizzato ai bianconeri “A siii di corvi”. Per due stagioni Sacha ha animato la mascotte solo nelle partite casalinghe. Ma Fabio ha deciso di osare, ha lanciato la sfida, ha preso coscienza. Ha fatto spiccare il volo a Corbatt, portandolo in trasferta a Langnau, una pista ostile e poco amica. La passione oltre la superstizione, il coraggio di oltrepassare un limite. E vittoria roboante è stata. Ora Sacha ha terminato la sua collaborazione. Il testimone è passato a due ragazzi che hanno tra i 17 e i 18 anni: Gioele e Manuele. L'idea è quella di trasmettere esuberanza e freschezza. Corbatt è diventato popolare, i tifosi, specie quelli più piccoli, lo hanno accolto come uno di loro.
(nella foto Manuele e Gioele)