HOCKEY: SERGIO GOBBI CI PARLA DELLA "SUA VALASCIA"
"Fosse per me ci avrei giocato per sempre"
L'ex direttore sportivo dell'Ambrì Piotta Sergio Gobbi parla dell'addio della Valascia
Pubblicato il 05.04.2021 19:27
di Luca Sciarini
Sergio Gobbi ne potremmo raccontare di aneddoti sull’Ambrì e sulla Valascia.
Oggi la mitica pista leventinese, con la sconfitta di misura contro il Friborgo per 3-2, chiude i battenti e il responsabile della prima squadra dal 1981 al 1996 fa fatica a trovare un ricordo che emerga dalla sua mente.
“Difficile se non impossibile estrapolarne uno solo. Ho vissuto parte della mia vita in Leventina e gli anni in cui ero il responsabile della prima squadra sono stati stupendi. E non solo per l’arrivo dei russi che ci hanno portato risultati e tanta fama…”.
La Valascia che chiude le porte per sempre a spalti vuoti è una vera beffa.
“Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe finita così? Certo che se oggi ci fosse stato il pubblico, credo che la Valascia non sarebbe bastata a contenere tutti i tifosi che volevano darle l’ultimo saluto. È una pista che resterà nella mente di tutti noi perché ci ha fatto vivere momenti indimenticabili”.
La prima volta quando fu?
“Sono sempre stato un tifoso dell’Ambrì ma fino al primo corso di ripetizione che feci ad Airolo con Alcide Bernasconi (ex giornalista del Corriere del Ticino) che mi chiese di accompagnarlo alla pista. Lui aveva già iniziato a scrivere di hockey e così andammo assieme a vedere la partita. Da quel momento non l’ho più lasciata e poco dopo sono entrato nell’Interclub”.
Il ricordo più bello?
“È legato a quando ero direttore sportivo ed ero riuscito a portare ad Ambrì giocatori del calibro di Jakushev, Kamensky, Tretiak, Kwartalnov, Chibirev, Fedulov, Malkov o Leonov. È stato anche il mio miglior momento come direttore sportivo. Trattative e persone che non dimenticherò mai”.
A settembre ci si trasferirà nella nuova pista: cosa ne pensa?
“Penso che non sarà più la stessa cosa, anche se ormai non si poteva fare altrimenti. È ovvio che le esigenze di adesso sono diverse da quelle del passato e la gente vuole più comodità ma il fascino della Valascia è inimitabile e sono certo che mancherà tantissimo. Sono curioso di vedere come i tifosi vivranno il trasferimento nella nuova pista”.
Lei ci andrà ancora?
“Certo, anche perché devo accompagnare i miei nipoti. Avrei comunque preferito ristrutturare la vecchia pista, come successo al Langnau. Fosse dipeso da me non avrei mai lasciato la vecchia pista anche se più scomoda. L’unico dubbio sulla nuova pista sono i costi di mantenimento, spero che si riesca a gestirla in maniera soddisfacente senza andare a pesare sulle finanze del club”.
Di questa stagione cosa dice?
“È stata una stagione in chiaroscuro, in cui la mancanza della retrocessione ha influito parecchio. Capisco che abbiano voluto costruire una squadra al risparmio ma un difensore straniero l’avrei ingaggiato. Comunque è stata una stagione strana, a cui anch'io ho fatto fatica ad appassionarmi e a guardare le partite in televisione. I tifosi hanno già perdonato questo campionato storto e sono certo che l'anno prossimo, nella pista nuova, saranno pronti a sostenere più che mai la loro squadra”.
(nella foto Cdt il presidente Filippo Lombardi con l'ex giocatore dell'Ambrì Valery Kamenski, portato in Leventina proprio da Sergio Gobbi)