Il ricorso del Rapperswil in merito alla squalifica di Laurent Dauphin è stato respinto. Confermate dunque le 4 giornate di squalifica. Il canadese le ha scontate e domani è nuovamente a disposizione di Luca Cereda. La società sangallese ha giustamente sfruttato questo suo diritto di ricorso, come consentito dal regolamento e non ha fatto nulla di illegale o immorale. Si è parlato tantissimo del gesto del numero 9 leventinese ai danni di Moy, forse anche troppo. Si potrebbe discutere in eterno sull’entità della squalifica. La decisione è questa, punto. Potrà piacere, potrà non piacere (come al sottoscritto) ma nella vita bisogna accettare le decisioni degli altri, a maggior ragione se non ci competono.
La cosa che davvero conta? Tyler Moy sta bene. Dauphin si è scusato pubblicamente, ha ammesso il grave errore commesso e si è mostrato pentito. Ciò gli fa onore. Per il canadese sono stati giorni sicuramente difficili, anche se la colpa la deve solo a se stesso e ne è appunto consapevole. La sua immagine sicuramente ne ha risentito e non sarà facile scollarsi di dosso la fama del cattivo. Una situazione sgradevole che va oltre alla punizione ricevuta e con cui “Flipper” dovrà giocoforza convivere. L’attaccante deve però in fondo avere il diritto di poter ricominciare la sua professione senza essere per così dire “schedato”. Starà a lui dimostrare con un comportamento esemplare che l’episodio di Rapperswil sia stato solamente un deragliamento, come d’altronde indica il suo precedente percorso Oltreoceano.
La cosa che davvero conta? Tyler Moy sta bene. Dauphin si è scusato pubblicamente, ha ammesso il grave errore commesso e si è mostrato pentito. Ciò gli fa onore. Per il canadese sono stati giorni sicuramente difficili, anche se la colpa la deve solo a se stesso e ne è appunto consapevole. La sua immagine sicuramente ne ha risentito e non sarà facile scollarsi di dosso la fama del cattivo. Una situazione sgradevole che va oltre alla punizione ricevuta e con cui “Flipper” dovrà giocoforza convivere. L’attaccante deve però in fondo avere il diritto di poter ricominciare la sua professione senza essere per così dire “schedato”. Starà a lui dimostrare con un comportamento esemplare che l’episodio di Rapperswil sia stato solamente un deragliamento, come d’altronde indica il suo precedente percorso Oltreoceano.