CALCIO
Crus, cento di questi giorni
Il tecnico festeggia stasera a Losanna un traguardo importante
Pubblicato il 01.11.2023 10:54
di L.S.
Non è un caso se le 100 partite di Mattia Croci-Torti sulla panchina del FC Lugano, coincidano con una sfida di Coppa. Il Crus, in questi due anni da allenatore dei bianconeri, ha avuto un rapporto speciale con quel trofeo che ha sempre ammesso di amare. E di voler vincere.
Quando subentrò a Braga sulla panchina del Lugano, un po’ a sorpresa nel settembre del 2021, disse quasi per scherzo, o forse no, che il sogno era vincere la Coppa. Un sogno che coltivava da quando era un bambino e che qualche mese dopo avrebbe trasformato in realtà. In una splendida realtà.
L’anno dopo ci riprovò, e sappiamo tutti quanto sia difficile bissare il successo in una competizione del genere: il suo Lugano però ci andò vicinissimo e soltanto l’YB, in casa e sul suo sintetico, gli sbarrò la strada.
In campionato il Crus tiene ormai la barra dritta da due anni a questa parte. Ha un’identità, un gioco, e soprattutto ha fatto migliorare quei giocatori (molti di loro giovani) ingaggiati da una società che non ha praticamente sbagliato un colpo.
Ci possono essere dei periodi più o meno buoni, come capita a qualsiasi squadra, ma il tecnico non si è mai smarrito, non ha mai perso la bussola, ha sempre trovato la giusta soluzione e laddove ce n’è stato bisogno, ha saputo ricucire.
Instancabile lavoratore, il Crus ormai non è più soltanto un motivatore, non è più quel tecnico pazzerello e un po’ coreografico, che veniva riconosciuto all’inizio come l'indispensabile collante tra la nuova dirigenza e l’ambiente. Come l’uomo giusto al momento giusto, in quel delicato momento di cambiamento.
No, adesso Croci-Torti è un allenatore vero, ha dimostrato di saper variare sul campo e di essere bravo nel gestire anche giocatori di un certo spessore e curriculum.
Festeggia oggi le 100 panchine e il meno che si possa fare, è augurargliene altre 100. Sempre a Lugano, o forse no. Chissà. Quello non è importante. La sensazione, infatti, è che il Crus non sia un tecnico che funzioni soltanto in Ticino, nella sua realtà. È un ragazzo che in un paio di anni si è fatto allenatore, unendo umiltà e strategia.
Un giorno anche lui spiccherà giustamente il volo. Intanto godiamocelo ancora un po’.