La
Premier sembra essere d'accordo su un punto: il Var non piace e non
convince. Troppe decisioni sbagliate, poca trasparenza e tanta
incertezza. I tifosi contestano, non capiscono, non sopportano le
lunghe pause quando c'è bisogno di un check. E anche gli allenatori
sembrano essere compatti, aumenta la lista di chi si lamenta per gli
errori marchiani commessi. Altro che semplificazione e trasparenza.
Ma sotto accusa è anche la classe arbitrale, ritenuta non
all'altezza. Il campionato è oltremodo competitivo, le partite si
decidono su dettagli. Ogni scelta assume una grande importanza. I
media inglesi sono sicuri, il PGMOL (l'associazione che gestisce la
categoria arbitrale) intende correre ai ripari, ha pubblicato un
annuncio: ricerca specialisti che si occupino solo del Var.
Un lavoro delicato che necessita di persone qualificate. Lo scopo è
chiaro: formare dei professionisti all'altezza di un compito
complicato, dove serve sangue freddo, massima concentrazione e
attenzione maniacale. La descrizione del lavoro non ammette dubbi, i
candidati interessati dovrebbero “saper fornire una
comunicazione chiara sotto pressione” ed essere pure “capaci
di auto-riflessione su come si sono comportati”. Dovrebbero
essere in grado di “identificare quando il Var deve
intervenire”. Il problema è evidente: gli addetti al Var
impiegano troppo tempo quando devono prendere una decisione. Il
motivo è semplice: temono le conseguenze se commettono degli errori.
Non possono sbagliare, hanno le immagini, le rivedono, non hanno giustificazioni. La Premier è
un prodotto, ha preso il sopravvento rispetto agli altri campionati,
la sua popolarità è planetaria, serve la massima trasparenza. E
recentemente le sviste arbitrali sono state troppe. I dirigenti non
intendono temporeggiare. Indietro non si può tornare, la tecnologia
è realtà. Urgono varisti al più presto: astenersi ansiosi e quelli
che si nutrono di dubbi.
Calcio
Cercasi varista disperatamente
Troppi errori e sviste, la Premier corre ai ripari