Calcio
Lugano, c'è bisogno di una sosta
I bianconeri sono apparsi stanchi, svuotati sul piano fisico e mentale
Pubblicato il 13.11.2023 07:32
di Silvano Pulga
Come noto, in diversi sport di squadra esiste il timeout. Ecco, se non ci fosse stata, questa sosta per le nazionali, avrebbero dovuto inventarla: perché mai come oggi, a Lugano, c'è bisogno di una sosta. Serve tempo per recuperare qualche infortunato, per far trovare la forma ad alcuni giocatori in fase di ripresa dopo una sosta forzata, per riposare mentalmente. Perché, contro lo Zurigo, la sensazione di una squadra stanca e svuotata, soprattutto mentalmente, è stata evidente. E, a fine partita, nessuno dei protagonisti ha provato a negarla, seppure con diverse sfumature. Roman Macek, a fine gara, non si è voluto nascondere: secondo lui la squadra è forte, e ha ambizioni adeguate, anche se adesso i risultati non arrivano. Il ceco, tuttavia, non ha certo negato che tante reti incassate sono frutto di errori individuali. E anche Mattia Croci-Torti, a fine partita, senza volersi sottrarre alle proprie responsabilità, non ha potuto che prendere atto di un atteggiamento non consono da parte di diversi dei suoi: soprattutto nella prima frazione, dopo aver subito il gol (frutto di una mancata chiusura di Arigoni su Guerrero) i bianconeri arrivavano sempre dopo sulle seconde palle, e perdevano praticamente tutti i duelli individuali. Da lì i 4 cambi a inizio ripresa: ma, come ci ha detto il mister in sala stampa a fine partita, potendo, ne avrebbe cambiati di più. La realtà è che gli impegni ravvicinati (la squadra è rientrata in Ticino all'alba di venerdì) sono già di per sé stessi una tara non indifferente; se poi ci aggiungiamo la raffica d'infortuni che sta colpendo la squadra bianconera in queste ultime settimane, il quadro è completo. Certo, il tecnico non si nasconde dietro questi inconvenienti: però, è un fatto oggettivo che lo Zurigo abbia la retroguardia più forte della Super League, assieme alla capolista Young Boys (la quale, però, ha disputato una partita in meno). E, per provare a superarla, il Lugano ha messo in campo Bpris Babic, che non va in gol da un anno. Aggiungiamoci la necessità di far riposare alcuni elementi (Steffen, per esempio) ed ecco che diventava senz'altro difficile fare risultato, a Cornaredo, contro i tigurini. Non si può fingere che non esistano le differenze di valori individuali in campo. Al Crus non è piaciuto l'atteggiamento, la mancata reazione dopo il gol. Ci sta, ma è anche vero che, in un gruppo con le forze al lumicino, con la panchina corta, trovare le energie mentali per reagire diventa difficile. Al di là di episodi, errori individuali, situazioni, la realtà oggettiva dice che, dopo l'impresa in Turchia, i bianconeri hanno subito 6 sconfitte su 8 partite, delle quali 4 in campionato, dove hanno fatto un solo punto nelle ultime 5 giornate. Se è vero che vincere aiuta a farlo di nuovo, perdere, al contrario, deprime. Ed ecco arrivare, come una benedizione, la sosta internazionale la quale, nelle intenzioni del Crus, dovrà servire anche a ricompattare spogliatoio e dintorni. Come detto da Roman Macek, a fine partita, l'ambiente è consapevole sia delle aspettative della dirigenza che dell'importanza delle partite in programma da qua sino alla sosta invernale. Il Lugano, in fondo, è ancora in corsa in Europa e in campionato. Come noto, basterebbero un paio di risultati positivi per riportare energie positive nell'ambiente. Si ripartirà con il derby ticinese a Yverdon: una sfida non facile, ma piena di fascino. E che potrebbe essere la rampa di lancio per la difficile trasferta in nord Europa.