Calcio
"Privatizzati? Mai"
Argentina, quando il calcio si intreccia con la politica
Pubblicato il 14.11.2023 07:54
di Red.
Il calcio è la continuazione della propaganda politica con altri mezzi. La sua popolarità non ha confini, la sua forza non ha limiti. In Argentina, tra qualche giorno, ci sarà il ballottaggio per designare il nuovo Presidente, gli sfidanti sono Sergio Massa e il candidato populista Javier Milei. Lo scontro è durissimo, l'ultima polemica riguardo lo sport: la proposta è quella di privatizzare le formazioni di calcio nazionali. Le proprietà sono Associazioni senza fini di lucro e diventerebbero società private o Corporazioni. Sarebbe un'intuizione di Mauricio Macri (ex presidente della Repubblica ed ex numero uno del Boca Juniors), ripresa da Javier Milei. Immediata è arrivata la risposta delle società che hanno manifestato la loro contrarietà. Boca Juniors, River Plate, Rosario Central, Independiente e altri club non hanno dubbi, ritengono il progetto irrealizzabile, poco lungimirante e tradirebbe una lunga tradizione. Il Boca Juniors sostiene che intende: “Restare fedele alle proprie origini, difese per quasi 120 anni, perché il club appartiene alla sua gente”. Pure la Federazione, attraverso le parole del tesoriere Pablo Toviggino, si è schierata ufficialmente e ha preso una netta posizione: “No alla trisitezza! No alla privatizzazione del calcio”. La vicenda investe aspetti economici, fiscali e culturali. Il modello di riferimento è quello inglese. La dinamica prettamente interna attiene al legame tra calcio e politica. Sergio Massa è stato un dirigente calcistico. Ma c'è anche un'altra corsa presidenziale, riguarda la guida del Boca: da un lato c'è l'amatissimo Roman Riquelme (ex giocatore); dall'altro la cordata guidata da Macri. I tifosi contano, con la loro pressione costituiscono una formidabile forza persuasiva e poi votano.