CALCIO
"Il Crus resta il più forte"
L'ex presidente Renzetti parla del momento delicato del Lugano e non solo
Pubblicato il 14.11.2023 10:22
di L.S.
È giusto parlare di crisi, almeno di risultati. Il resto, invece, va analizzato. 
Lo fa anche l’ex presidente Angelo Renzetti, che inizia così la sua analisi del momento difficile dei bianconeri.
“Personalmente farei di tutto per mantenere la tranquillità attorno alla squadra. Purtroppo, era prevedibile, con tutti gli impegni e questi infortuni, che ci sarebbe stato un momento difficile. Mancano giocatori chiave in ruoli determinanti, impossibile fare di più”.
Contro lo Zurigo il Lugano è sembrato veramente stanco.
“È vero, oltretutto ha dovuto giocare senza una punta vera. Contro una squadra attrezzata come quella zurighese era difficile fare di più”.
La dirigenza avrà la pazienza di aspettare momenti migliori?
“Mi auguro proprio di sì. Non fosse così sarei piuttosto deluso. In queste situazioni bisogna stare tutti uniti e avere pazienza: arriveranno tempi migliori, ne sono certo”.
Babic è nell’occhio del ciclone, ma non è il solo…
“Spiace, ma nelle occasioni che ha avuto non ha dimostrato quella vivacità che invece aveva quando giocava nel San Gallo. Lo vedo giù di tono. Così come Espinoza, che ha dimostrato anche domenica di non essere un vero difensore. Purtroppo, quando le cose vanno male, tendi a vedere la parte peggiore di ogni giocatore. Per fortuna ci sono anche giocatori come Marques che invece approfittano dei momenti difficili per mettersi in mostra”.
Il Crus come lo vede?
“Per me resta sempre il più forte. Nonostante le mille difficoltà non accampa scuse o alibi: per me è una grande persona. Nella sua situazione alcuni allenatori che avevo avuto in passato si sarebbero lamentati tantissimo”.
Chiudiamo con il caso Jashari, di cui si sta parlando molto:
“Non mi sono fatto una bella idea del ragazzo: credo che manchi un po’di umiltà. Forse si è montato un po’ la testa e a 21 anni si sente già arrivato”.
Come deve agire adesso la federazione?
“Deve prendere atto della sua decisione e cercare di fargli capire che il suo agire è sbagliato. È un giocatore che si può ancora recuperare, magari affidandolo a qualche mental coach che va così di moda adesso. Peccato, perché con questi comportamenti la sua immagine ne esce compromessa e nella gente resta soltanto una brutta impressione”.
(Foto Keystone/Bianchi)