Tre
set, tre ore e Jannik Sinner riesce a battere il numero uno al mondo.
L'italiano era deciso, voleva mostrare la sua forza. Era consapevole
che fosse scoccata l'ora: quella di porsi come un campione e non più
come una potenziale promessa. Niente più sospensione nel limbo degli
indecisi. L'altoatesino anelava una vittoria simbolica, una di quelle
che possono segnare una carriera anche se il passaggio del turno non
è ancora matematico. E Torino lo ha abbracciato, lo ha sostenuto, lo
ha innalzato, .lo ha spinto oltre. Lui è raggiante: “Il
privilegio non è vostro che avete visto il match, ma sono io il
privilegiato a sentire questo amore”. La partita si è giocata
su un equilibrio costante che è filato via e ha contribuito ad
aumentare continuamente il livello di emozione. Il tie break finale è
stata l'apoteosi per l'italiano, un crescendo di parossismo. Vissuto
sul filo del probabile che diventa possibile. L'urlo dei 15mila
presenti è stato assordante, tutti in piedi a fremere e a esultare.
L'Italia del tennis vuole il suo campione, sente che il prodigio sta
per diventare una realtà. Ma serviva una prova tangibile: mettere in
discussione il dominio, almeno temporaneamente, del migliore del
mondo e forse il più forte di tutti i tempi, almeno per le vittorie
ottenute, perché il più grande, in termini di classe e stile, è
stato uno svizzero ma questa è un'altra storia. Dopo l'impresa
Sinner confessa: “Penso di avere ottenuto una vittoria
straordinaria. L'atmosfera è stata incredibile: il pubblico mi ha
aiutato”. È consapevole che deve ancora migliorare e imparare,
il processo non può fermarsi. Djokovic ha applaudito l'avversario:
“Ha meritato. Ha avuto più coraggio di me. L'ostilità del
pubblico me lo aspettavo. È normale”. Tutto normale? Non
proprio, sembrava di essere allo stadio. Alla fine il serbo è stato
pure applaudito, ma prima ci sono state provocazioni e fischi.
Djokovic ha risposto alle contestazioni, ponendosi come un direttore
di orchestra. Lui non ha paura di giocare contro. Una
situazione inedita: l'Italia lo ha sempre amato. Ma si sa: lo sport è
la rappresentazione dell'identità nazionale con altri mezzi e questo
succede ormai anche nel tennis. I tempi cambiano, purtroppo.
Tennis
Sinner è ambizioso
L'italiano batte il numero 1 al mondo e prosegue nel suo percorso di crescita