Familiare, personaggio alla
mano, il presidente del Club dei 100 Marco Conedera è pronto a… pigiare sui
pedali del nuovo stadio. Che non sarà più il caro vecchio Comunale tanto amato
dai bellinzonesi. Ce ne spiega il motivo: “Occorre trovare una collocazione
anche dal punto di vista dei trasporti e della logistica che permetta di gestire
il traffico senza complicazioni. Essendo io di Arbedo l’ubicazione ideale era
quella di Castione che purtroppo non si è potuta realizzare”. Coi tempi
attuali, strade trafficate a ogni ora della giornata, non esiste una soluzione alternativa
a questo gravoso problema: “Il flusso di spettatori deve avvenire con i
trasporti pubblici, in modo da non intasare la città”.
Il netto calo di spettatori
alle partite secondo il presidente del Club dei 100 è proprio dovuto alla
mancanza di comfort che si registra ormai da anni al Comunale, impianto non più
funzionale (per una squadra che ha delle ambizioni) che riluce solo per la sua
splendente pista dell’atletica che qua e là fa da marcato contrasto alle zolle
ingiallite del terreno da gioco…: “Chi va alle partite sugli spalti è da
considerare un ‘eroe’! Deve lottare contro il vento, la pioggia, il freddo. Non
ha nemmeno una buona visibilità (la curva ospite è spaventosa, ndr),
oltretutto le partite sono trasmesse alla televisione… Per potere riavvicinare
famiglie, spettatori e permettere loro di ‘vivere’ lo spettacolo sul campo
ritengo si debba lavorare sullo stadio”. Senza tanti giri di parole è una
necessità imprescindibile: “Ne siamo tutti convinti! Aiuterebbe la
società ad avere una funzionalità ideale dal punto di vista sportivo. Ad Ambrì
abbiamo l’esempio lampante di come un’infrastruttura permetta di fare un salto
di qualità a tutti i livelli”.
Per fortuna, col bello ma
anche col brutto tempo, sugli spalti non manca mai il caloroso sostegno dei
Boys. Il Club dei 100 che rapporto ha instaurato con questi giovani? “Senz’altro
ottimo. È sempre un piacere averli con noi, i ragazzi sono già presenti al
primo raduno della squadra. Fanno parte anche loro della grande famiglia
granata, è molto positivo che partecipino alle nostre manifestazioni”.
Senza Bentancur l’ACB è a rischio? Beh, senza la famiglia Bentancur il Bellinzona
non avrebbe alcuna possibilità di giocare in divisione nazionale, a meno che
arrivi un altro finanziatore. Ci si dovrebbe però chiedere chi è quell’investitore
che si imbarca in un’avventura dove manca l’infrastruttura di supporto”. La
Challenge League è da considerare un lusso? “Diciamo che è una situazione in
cui dobbiamo ringraziare ogni giorno chi permette al Bellinzona di giocare a
questi livelli”. Come dire, teniamoci ben stretto Pablo!
Presidente parliamo del
Club dei 100: un club sano?
“Vivo e vegeto! Quello che
soprattutto ci fa piacere è che riesce a coinvolgere anche i tifosi che non
sono parte del club. La nostra politica è di essere al servizio non solo della
società ma anche della piazza: i tifosi che desiderano partecipare alle nostre
attività senza aderire al club sono benvenuti”.
Siete un Club che vive
entusiasticamente e con amorevole dedizione le vicende di casa ACB. Ci sono
stati problemi nel recente passato?
“Con il fallimento c’è effettivamente
stata un’emorragia di persone che purtroppo hanno disdetto l’adesione. Ma poi, con
la ricostruzione fatta in casa partendo dal calcio ‘minore’ (per merito del ‘gruppo’ Paolo Righetti: il
presidente lunedì non è potuto intervenire per indisponibilità, ndr), e la
risalita in Challenge League, molte persone si sono riavvicinate anche per la nostra
politica di ‘prezzi abbordabili’”.
Ne possiamo parlare?
Magari per qualcuno il Club dei 100 è un desiderio legittimo ma non osa
avvicinarsi… Insomma, quanto costa l’adesione?
“È importate sapere che noi
offriamo la possibilità di staccare sia la tessera della tribuna che quella per
il campo. Quando si entra a fare parte del Club si ha soltanto l’obbligo di versare
100 franchi quale adesione all’Associazione in favore dei giovani, e 100
franchi per permettere al Club di avere una funzionalità ottimale. In realtà la
tassa a nostro favore è di soli 100 franchi”.
Un ‘prezzo’ abbordabile,
alla portata di tutti:
“Penso di sì, tutti coloro
che credono nella ‘causa granata’ non dovrebbero avere problemi nel fare questo
sforzo supplementare. Tengo a sottolinearlo ancora che in parte è in favore dei
nostri ragazzi e permette nel contempo al Club di funzionare egregiamente”.
Un Club, come è stato rilevato
all’assemblea, in costante crescita:
“È vero, cresciamo tutti gli
anni. Quest’anno abbiamo un ulteriore ‘saldo’ positivo di 7 membri, per cui
siamo a quota 112. Saremmo felici di tenere il passo con gli anni
dell’Associazione, cioè arrivare nel 2024 a 120 soci. Non è un numero chiuso, anzi…”.
Siete tutti bellinzonesi?
“Sì, tutti ‘chiodi’ (sorride)
o comunque persone che hanno una relazione, di origine o professionale, con la
regione e l’AC Bellinzona in particolare. Siamo un club fatto di amici, di
tifosi che trovano il piacere di trovarsi per discutere di calcio e sostenere
la causa granata”.
Giù il cappello al Club dei
100, siamo stati colpiti dall’affetto popolare che ha caratterizzato la serata,
così come il rapporto che lo lega alla società. Sono segnali solidissimi anche
per il futuro della squadra che vorremmo vedere, come qualcuno ha auspicato, un
po’ più “nostrana”. Non ci si fraintenda, ma l’attaccamento, la dedizione alla
squadra della Capitale contano pur sempre qualcosa. Spesso in carriera abbiamo
avvicinato giocatori qualificati come “ultime bandiere”, spesso anche giovani
rampanti. Giocatori in gran parte molto attaccati alla maglia che portavano.
Purtroppo a quella che potremmo anche definire una ‘piccola grande festa del
calcio’ (abbiamo già avuto modo di evidenziare il successo di questa serata
andata via con applausi insistiti) – una enorme soddisfazione per i membri di
comitato del Club – fatte tre eccezioni (non staremo a ripeterne i loro nomi,
sono quei giocatori che alla fine di ogni partita, vada come vada, ci mettono
comunque sempre la faccia) il resto della squadra (quanti sono i titolari
effettivi?) se ne è stata (o se ne è andata, fa lo stesso) per i fatti suoi.
(Nella foto: da sinistra Nicola Tettamanti, Francesco Cappelletti, Brenno Martignoni e Marco Conedera)