CALCIO
Senza Bentancur, addio Challenge League!
Conedera: “Dobbiamo ringraziare ogni giorno chi ci permette di giocare a questi livelli”
Pubblicato il 15.11.2023 09:19
di Enrico Lafranchi
Familiare, personaggio alla mano, il presidente del Club dei 100 Marco Conedera è pronto a… pigiare sui pedali del nuovo stadio. Che non sarà più il caro vecchio Comunale tanto amato dai bellinzonesi. Ce ne spiega il motivo: “Occorre trovare una collocazione anche dal punto di vista dei trasporti e della logistica che permetta di gestire il traffico senza complicazioni. Essendo io di Arbedo l’ubicazione ideale era quella di Castione che purtroppo non si è potuta realizzare”. Coi tempi attuali, strade trafficate a ogni ora della giornata, non esiste una soluzione alternativa a questo gravoso problema: “Il flusso di spettatori deve avvenire con i trasporti pubblici, in modo da non intasare la città”.
Il netto calo di spettatori alle partite secondo il presidente del Club dei 100 è proprio dovuto alla mancanza di comfort che si registra ormai da anni al Comunale, impianto non più funzionale (per una squadra che ha delle ambizioni) che riluce solo per la sua splendente pista dell’atletica che qua e là fa da marcato contrasto alle zolle ingiallite del terreno da gioco…: “Chi va alle partite sugli spalti è da considerare un ‘eroe’! Deve lottare contro il vento, la pioggia, il freddo. Non ha nemmeno una buona visibilità (la curva ospite è spaventosa, ndr), oltretutto le partite sono trasmesse alla televisione… Per potere riavvicinare famiglie, spettatori e permettere loro di ‘vivere’ lo spettacolo sul campo ritengo si debba lavorare sullo stadio”. Senza tanti giri di parole è una necessità imprescindibile: “Ne siamo tutti convinti! Aiuterebbe la società ad avere una funzionalità ideale dal punto di vista sportivo. Ad Ambrì abbiamo l’esempio lampante di come un’infrastruttura permetta di fare un salto di qualità a tutti i livelli”.
Per fortuna, col bello ma anche col brutto tempo, sugli spalti non manca mai il caloroso sostegno dei Boys. Il Club dei 100 che rapporto ha instaurato con questi giovani? “Senz’altro ottimo. È sempre un piacere averli con noi, i ragazzi sono già presenti al primo raduno della squadra. Fanno parte anche loro della grande famiglia granata, è molto positivo che partecipino alle nostre manifestazioni”. Senza Bentancur l’ACB è a rischio? Beh, senza la famiglia Bentancur il Bellinzona non avrebbe alcuna possibilità di giocare in divisione nazionale, a meno che arrivi un altro finanziatore. Ci si dovrebbe però chiedere chi è quell’investitore che si imbarca in un’avventura dove manca l’infrastruttura di supporto”. La Challenge League è da considerare un lusso? “Diciamo che è una situazione in cui dobbiamo ringraziare ogni giorno chi permette al Bellinzona di giocare a questi livelli”. Come dire, teniamoci ben stretto Pablo!
Presidente parliamo del Club dei 100: un club sano?
“Vivo e vegeto! Quello che soprattutto ci fa piacere è che riesce a coinvolgere anche i tifosi che non sono parte del club. La nostra politica è di essere al servizio non solo della società ma anche della piazza: i tifosi che desiderano partecipare alle nostre attività senza aderire al club sono benvenuti”.
Siete un Club che vive entusiasticamente e con amorevole dedizione le vicende di casa ACB. Ci sono stati problemi nel recente passato?
“Con il fallimento c’è effettivamente stata un’emorragia di persone che purtroppo hanno disdetto l’adesione. Ma poi, con la ricostruzione fatta in casa partendo dal calcio ‘minore’ (per merito del ‘gruppo’ Paolo Righetti: il presidente lunedì non è potuto intervenire per indisponibilità, ndr), e la risalita in Challenge League, molte persone si sono riavvicinate anche per la nostra politica di ‘prezzi abbordabili’”.
Ne possiamo parlare? Magari per qualcuno il Club dei 100 è un desiderio legittimo ma non osa avvicinarsi… Insomma, quanto costa l’adesione?
“È importate sapere che noi offriamo la possibilità di staccare sia la tessera della tribuna che quella per il campo. Quando si entra a fare parte del Club si ha soltanto l’obbligo di versare 100 franchi quale adesione all’Associazione in favore dei giovani, e 100 franchi per permettere al Club di avere una funzionalità ottimale. In realtà la tassa a nostro favore è di soli 100 franchi”.
Un ‘prezzo’ abbordabile, alla portata di tutti:
“Penso di sì, tutti coloro che credono nella ‘causa granata’ non dovrebbero avere problemi nel fare questo sforzo supplementare. Tengo a sottolinearlo ancora che in parte è in favore dei nostri ragazzi e permette nel contempo al Club di funzionare egregiamente”.
Un Club, come è stato rilevato all’assemblea, in costante crescita:
“È vero, cresciamo tutti gli anni. Quest’anno abbiamo un ulteriore ‘saldo’ positivo di 7 membri, per cui siamo a quota 112. Saremmo felici di tenere il passo con gli anni dell’Associazione, cioè arrivare nel 2024 a 120 soci. Non è un numero chiuso, anzi…”.
Siete tutti bellinzonesi?
“Sì, tutti ‘chiodi’ (sorride) o comunque persone che hanno una relazione, di origine o professionale, con la regione e l’AC Bellinzona in particolare. Siamo un club fatto di amici, di tifosi che trovano il piacere di trovarsi per discutere di calcio e sostenere la causa granata”. 
Giù il cappello al Club dei 100, siamo stati colpiti dall’affetto popolare che ha caratterizzato la serata, così come il rapporto che lo lega alla società. Sono segnali solidissimi anche per il futuro della squadra che vorremmo vedere, come qualcuno ha auspicato, un po’ più “nostrana”. Non ci si fraintenda, ma l’attaccamento, la dedizione alla squadra della Capitale contano pur sempre qualcosa. Spesso in carriera abbiamo avvicinato giocatori qualificati come “ultime bandiere”, spesso anche giovani rampanti. Giocatori in gran parte molto attaccati alla maglia che portavano. Purtroppo a quella che potremmo anche definire una ‘piccola grande festa del calcio’ (abbiamo già avuto modo di evidenziare il successo di questa serata andata via con applausi insistiti) – una enorme soddisfazione per i membri di comitato del Club – fatte tre eccezioni (non staremo a ripeterne i loro nomi, sono quei giocatori che alla fine di ogni partita, vada come vada, ci mettono comunque sempre la faccia) il resto della squadra (quanti sono i titolari effettivi?) se ne è stata (o se ne è andata, fa lo stesso) per i fatti suoi. 
(Nella foto: da sinistra Nicola Tettamanti, Francesco Cappelletti, Brenno Martignoni e Marco Conedera)