In Germania esiste
un FCB, il Bayern di Monaco, che viene chiamato anche FC Hollywood
poiché non passa settimana più, settimana meno, che non salti fuori
qualche scandalo attorno o alla squadra o alla società. Alla
frontiera con la Germania, anche se a qualche centinaio di chilometri
di distanza, anche la Svizzera ha il suo Hollywood del calcio: FCB.
Basilea, FC Basilea,
Burgener, Streller, Rahmen, Sforza, Degen… aggiungiamoci Oeri,
Häusler. Questo è il FC Basilea dell’ultimo lustro. Forse abbiamo
dimenticato di elencare l’undici che lunedì è sceso in campo
contro l’FC Vaduz: no, non lo Young Boys (i giovani ragazzi) e
neanche gli Old Boys 1893 (i vecchi ragazzi, Basilea, quartiere
Schützenmatte, colori sociali gialloneri, 2. Lega interregionale),
neanche il farmteam del
presidente Renzetti, i seniori del FC Preonzo. No, era il Vaduz.
Avversario Vaduz.
Ultimo in classifica. In una classifica cortissima come quella della
nostra Super League di oggi nessuno può pretendere – YB fuori da
ogni discorso – di battere un avversario in quattr’e quattr’otto,
ma neanche permettersi di farsi mettere sotto com’è riuscito a
fare il Basilea in casa contro l’unica squadra estera che giostra
nella Super League elvetica e che per di più mette in campo più
giocatori svizzeri di ognuna altra delle rimanenti nove. Seguite?
Prima dell’incontro
di Pasquetta, il presidente Bernhard Burgener, un basilese di
nascita, aveva dichiarato che dopo dieci sconfitte in campionato
s’attendeva una reazione sia da parte dei giocatori che
dall’allenatore. Dall’alto delle sue 453 partite nelle massime
leghe svizzera, italiana e tedesca e delle 79 partite in Nazionale,
Sforza avrà visto e, da quando è allenatore, avrà presentato più
di un quadretto tattico di come ci si allinea quando si difende un
calcio d’angolo. Se però tale Cabral deve coprire tale Schmied
(Joël) ma dopo un primo contatto lo lascia scodinzolare sui 5 metri
fino all’arrivo del calcio d’angolo che egli insacca con un
perfetto stacco alla Ronaldo, che colpa ne ha Sforza? E se le sue
torri difensive di esperienza internazionale, tali Widmer e Klose, al
93’ lasciano che sia Schmied che Schmid (Yannick) s’innalzano a
colpire di testa l’altro calcio d’angolo (rete di Schmid),
l’argoviese che cosa deve fare? Forse togliersi la tutina e
scendere in campo, anche se non sappiamo se sia tesserato per i
seniori 50+ del Basilea.
Al FC Hollywood
svizzero è saltato l’anello Sforza. Fino a quattro anni fa sotto
la presidenza di Bernhard Häusler e la sponsorizzazione Gigi Oeri
(miliardaria sposata in Hoffmann-La Roche) la catena era oliata a
meraviglia. Passaggio di proprietà a Burgener, partenza
dell’allenatore Gross che viene sostituito da Urs Fischer,
ringraziato dopo due titoli e una coppa in due stagioni. Raphael
Wicky in panchina, la squadra rimane ferma al palo e dopo due turni
Wicky è sostituito da Marcel Koller: coppa nel 2019 e finale nel ’20
dove la squadra paga la sconfitta a causa di un erroraccio del
portiere Nikolic. Succede. Ma prim’ancora, il neodirettore sportivo
Marco Streller aveva fatto capire a tutti che Koller sarà sostituito
da Patrick Rahmen (provenienza Aarau)… in entrata del secondo anno
contrattuale di Koller beninteso. Salta Streller.
E Sforza? La sua
squadra non gira, qualcuno mette fuori squadra capitan Valentin
Stocker che viene sospeso affinché possa riossigenare la mente.
Qualcuno? “Lo staff tecnico” dice il mister. Da mister a mistero
i passi sono brevi. Il Winterthur chiede di poter giocare la partita
di Coppa a Basilea per l’impraticabilità del proprio campo; il
risultato alla pausa è di 5:1 ma visto che gli zurighesi giocano in
casa, è a proprio favore. Finisce 6:2 per il Winterthur - nel
Basilea Sforza non gioca. Burgener: “Sforza panchina sicura”.
Sforza: “Rimarrò qui ancora a lungo”. Stavamo per dimenticare:
il “qualcuno” rimette Stocker in campo.
Non sarebbe un FC
Hollywood se l’imprenditore Burgener non trattasse anche diritti
cinematografici. Cede il dieci percento delle azioni all’ex
giocatore David Degen con diritto di riscatto dell’altro 90 che
egli vuol far valere quando Burgener vuol far firmare un accordo con
un gruppo inglese. Puntata offensiva che Degen, un discreto passato
da difensore, difende con un intervento giudiziario super provvisorio
che impedisce al proprietario la seduta del consiglio
d’Amministrazione. Se ne parla su tutti i giornali, alla radio e in
tele. Degen, etichetta da furbetto, qualche anno prima voleva entrare
nella proprietà del Grasshoppers; quando glielo si ricorda risponde
che in vita sua non ne ha mai sentita una più ridicola. Le mail
delle sue intenzioni vengono pubblicate dal Blick. Ma tremila tifosi
del Basilea vanno in piazza (quella davanti allo stadio del San
Giacomo) a manifestare pro-Degen e anti-Burgener, non senza bruciare
un pupazzo di cartone raffigurante lo stesso Burgener: evviva la
povertà.
Di Sforza allenatore
si dice un gran bene per come sappia sviluppare le qualità dei
giovani. Quanto a classifiche, invece, non si è ancora confermato.
Al di là del fatto che quando parla, parla, ma sostanzialmente dice
poco. Chi lo ascolta fa fatica a capire i concetti, soprattutto la
stampa della piazza basilese, città dove esistono solo due cose:
calcio e carnevale. E dopo due anni di fila in cui il carnevale è
saltato, che cosa rimane? Il calcio: quello che non fa risultati.
Sforza: “Dobbiamo uscire dal tunnel”.
Allenatori e
giocatori dicono sempre che non leggono la stampa, la realtà però
ci insegna un’altra cosa: magari fosse così… Settimana scorsa
salta fuori anche questa: Sforza avrebbe minacciato un giornalista
dell’Aargauer Zeitung con un “potrebbe
anche andare a finire diversamente”.
Altri fiumi d’inchiostro. Tra mille di queste cose, in settimana ci
si allena e si prepara la partita di domenica: e si sa che se c’è
una cosa di cui il Vaduz va forte sono le situazioni standard – a
proposito di Schmied, non è che lo conoscono anche a Cornaredo?
Riprendiamo alcuni
termini prodotti in entrata di quest’analisi: FCB, Hollywood,
detentore di diritti cinematografici, primattori, attori e comparse:
ebbene, non ogni lungometraggio vince un Oscar! Céline Feller,
ventinovenne ex-calciatrice dell’FC Bubendorf (BL), cronista di
calcio per i media locali, riassume per la Basellandschaftliche
Zeitung sotto il titolo “Das
Missverständnis Sforza ist beendet”:
il malinteso Sforza è terminato.