CALCIO: SUPER LEAGUE
La difesa dorme, Sforza paga
Quando si rompe una catena normalmente il primo anello a saltare è l’allenatore
Pubblicato il 07.04.2021 08:55
di Giorgio Keller
In Germania esiste un FCB, il Bayern di Monaco, che viene chiamato anche FC Hollywood poiché non passa settimana più, settimana meno, che non salti fuori qualche scandalo attorno o alla squadra o alla società. Alla frontiera con la Germania, anche se a qualche centinaio di chilometri di distanza, anche la Svizzera ha il suo Hollywood del calcio: FCB.
Basilea, FC Basilea, Burgener, Streller, Rahmen, Sforza, Degen… aggiungiamoci Oeri, Häusler. Questo è il FC Basilea dell’ultimo lustro. Forse abbiamo dimenticato di elencare l’undici che lunedì è sceso in campo contro l’FC Vaduz: no, non lo Young Boys (i giovani ragazzi) e neanche gli Old Boys 1893 (i vecchi ragazzi, Basilea, quartiere Schützenmatte, colori sociali gialloneri, 2. Lega interregionale), neanche il farmteam del presidente Renzetti, i seniori del FC Preonzo. No, era il Vaduz.
Avversario Vaduz. Ultimo in classifica. In una classifica cortissima come quella della nostra Super League di oggi nessuno può pretendere – YB fuori da ogni discorso – di battere un avversario in quattr’e quattr’otto, ma neanche permettersi di farsi mettere sotto com’è riuscito a fare il Basilea in casa contro l’unica squadra estera che giostra nella Super League elvetica e che per di più mette in campo più giocatori svizzeri di ognuna altra delle rimanenti nove. Seguite?
Prima dell’incontro di Pasquetta, il presidente Bernhard Burgener, un basilese di nascita, aveva dichiarato che dopo dieci sconfitte in campionato s’attendeva una reazione sia da parte dei giocatori che dall’allenatore. Dall’alto delle sue 453 partite nelle massime leghe svizzera, italiana e tedesca e delle 79 partite in Nazionale, Sforza avrà visto e, da quando è allenatore, avrà presentato più di un quadretto tattico di come ci si allinea quando si difende un calcio d’angolo. Se però tale Cabral deve coprire tale Schmied (Joël) ma dopo un primo contatto lo lascia scodinzolare sui 5 metri fino all’arrivo del calcio d’angolo che egli insacca con un perfetto stacco alla Ronaldo, che colpa ne ha Sforza? E se le sue torri difensive di esperienza internazionale, tali Widmer e Klose, al 93’ lasciano che sia Schmied che Schmid (Yannick) s’innalzano a colpire di testa l’altro calcio d’angolo (rete di Schmid), l’argoviese che cosa deve fare? Forse togliersi la tutina e scendere in campo, anche se non sappiamo se sia tesserato per i seniori 50+ del Basilea.
Al FC Hollywood svizzero è saltato l’anello Sforza. Fino a quattro anni fa sotto la presidenza di Bernhard Häusler e la sponsorizzazione Gigi Oeri (miliardaria sposata in Hoffmann-La Roche) la catena era oliata a meraviglia. Passaggio di proprietà a Burgener, partenza dell’allenatore Gross che viene sostituito da Urs Fischer, ringraziato dopo due titoli e una coppa in due stagioni. Raphael Wicky in panchina, la squadra rimane ferma al palo e dopo due turni Wicky è sostituito da Marcel Koller: coppa nel 2019 e finale nel ’20 dove la squadra paga la sconfitta a causa di un erroraccio del portiere Nikolic. Succede. Ma prim’ancora, il neodirettore sportivo Marco Streller aveva fatto capire a tutti che Koller sarà sostituito da Patrick Rahmen (provenienza Aarau)… in entrata del secondo anno contrattuale di Koller beninteso. Salta Streller.
E Sforza? La sua squadra non gira, qualcuno mette fuori squadra capitan Valentin Stocker che viene sospeso affinché possa riossigenare la mente. Qualcuno? “Lo staff tecnico” dice il mister. Da mister a mistero i passi sono brevi. Il Winterthur chiede di poter giocare la partita di Coppa a Basilea per l’impraticabilità del proprio campo; il risultato alla pausa è di 5:1 ma visto che gli zurighesi giocano in casa, è a proprio favore. Finisce 6:2 per il Winterthur - nel Basilea Sforza non gioca. Burgener: “Sforza panchina sicura”. Sforza: “Rimarrò qui ancora a lungo”. Stavamo per dimenticare: il “qualcuno” rimette Stocker in campo.
Non sarebbe un FC Hollywood se l’imprenditore Burgener non trattasse anche diritti cinematografici. Cede il dieci percento delle azioni all’ex giocatore David Degen con diritto di riscatto dell’altro 90 che egli vuol far valere quando Burgener vuol far firmare un accordo con un gruppo inglese. Puntata offensiva che Degen, un discreto passato da difensore, difende con un intervento giudiziario super provvisorio che impedisce al proprietario la seduta del consiglio d’Amministrazione. Se ne parla su tutti i giornali, alla radio e in tele. Degen, etichetta da furbetto, qualche anno prima voleva entrare nella proprietà del Grasshoppers; quando glielo si ricorda risponde che in vita sua non ne ha mai sentita una più ridicola. Le mail delle sue intenzioni vengono pubblicate dal Blick. Ma tremila tifosi del Basilea vanno in piazza (quella davanti allo stadio del San Giacomo) a manifestare pro-Degen e anti-Burgener, non senza bruciare un pupazzo di cartone raffigurante lo stesso Burgener: evviva la povertà.
Di Sforza allenatore si dice un gran bene per come sappia sviluppare le qualità dei giovani. Quanto a classifiche, invece, non si è ancora confermato. Al di là del fatto che quando parla, parla, ma sostanzialmente dice poco. Chi lo ascolta fa fatica a capire i concetti, soprattutto la stampa della piazza basilese, città dove esistono solo due cose: calcio e carnevale. E dopo due anni di fila in cui il carnevale è saltato, che cosa rimane? Il calcio: quello che non fa risultati. Sforza: “Dobbiamo uscire dal tunnel”.
Allenatori e giocatori dicono sempre che non leggono la stampa, la realtà però ci insegna un’altra cosa: magari fosse così… Settimana scorsa salta fuori anche questa: Sforza avrebbe minacciato un giornalista dell’Aargauer Zeitung con un “potrebbe anche andare a finire diversamente”. Altri fiumi d’inchiostro. Tra mille di queste cose, in settimana ci si allena e si prepara la partita di domenica: e si sa che se c’è una cosa di cui il Vaduz va forte sono le situazioni standard – a proposito di Schmied, non è che lo conoscono anche a Cornaredo?
Riprendiamo alcuni termini prodotti in entrata di quest’analisi: FCB, Hollywood, detentore di diritti cinematografici, primattori, attori e comparse: ebbene, non ogni lungometraggio vince un Oscar! Céline Feller, ventinovenne ex-calciatrice dell’FC Bubendorf (BL), cronista di calcio per i media locali, riassume per la Basellandschaftliche Zeitung sotto il titolo “Das Missverständnis Sforza ist beendet”: il malinteso Sforza è terminato.