CALCIO
ACB, vietati (per ora) voli pindarici
Il sindaco Branda ringrazia il club ma aggiunge: con la squadra in Challenge League niente stadio nuovo
Pubblicato il 19.11.2023 08:13
di Enrico Lafranchi
“L’ACB è un pezzo di storia, e anche un pezzo di cuore della nostra città”. Con questo suggestivo ‘pensiero’ Mario Branda, sindaco della Turrita, sottolinea il grande attaccamento che l’autorità cittadina ha per la squadra di calcio. Michele Fazioli nel suo libro “Forza granata” scriveva: “La prova dell’amore di Bellinzona per la sua squadra ci viene offerta ogniqualvolta l’ACB si veste di festa per le grandi occasioni: spareggi (in diecimila al Letzigrund contro il Lucerna di Luttrop, trionfale promozione dei granata, allenati da Sobotka, conquistata con il gol di Edo Manzoni) coppa (finale in maglia rosa col Basilea, anche al San Giacomo superato il tetto delle 10.000 presenze), promozioni (come non ricordare la colonna di macchine al rientro ‘chiassoso’ da Ginevra nel ’64 con Leandro Rossini ‘eroe’ a parare due volte il rigore concesso al 90’ ai ginevrini…), derby (in 17 mila a un Bellinzona-Lugano!)”. Ricordi di battaglie memorabili, di epiloghi esultanti (ed esaltanti), non tutti ovvio, ce ne sono anche stati di deludenti… Comunque incancellabili!
Al Bellinzona questo ‘amore’ non è mai venuto meno anche se da allora molta acqua è passata sotto i ponti. Fa indubbiamente piacere notare l’attenzione che la città volge alla società, un occhio di riguardo che probabilmente è sfuggito all’interno della stessa ACB. Bentancur può stare tranquillo, all’assemblea del Club dei 100 il sindaco ha fatto chiaramente ‘sentire’ ai vertici che potranno contare in ogni momento sulla vicinanza della città. Branda: “Con la nostra presenza abbiamo voluto sottolineare questo aspetto: l’ACB è una società sportiva, ma anche una testa di questo mosaico che è la città di Bellinzona. Partecipando abbiamo voluto ringraziare tutte le persone di questo Club che è affettivamente vicino alla società e la sostiene. Un ‘elemento’ importante anche per dare un radicamento – adesso che il calcio è tanto cambiato – alla nostra città”.
Amore, affetto, attaccamento… Sindaco, qualcosa di diverso dagli altri club calcistici ticinesi (alludiamo in particolare al FC Lugano visto che quello con gli ‘sbroia’ è sempre stato - ci manca, e come - il derby classico)?
“Beh, al di là dell’amicizia che ci lega ai luganesi è una bella cosa questo campanilismo. Fa anche sorridere… Sinceramente non lo so come sono le altre società sportive, mi ricordo che già da bambino io seguivo i granata. Vedo che anche nel tempo, pur con le difficoltà che ci sono state, le persone sono rimaste vicine alla società. Penso che sia qualcosa di ’speciale’ nel panorama ticinese… Sì, il pubblico granata forse si distingue, come lei afferma, dagli altri…”.
Lei come si spiega l’assenteismo dallo stadio?
“Direi che i tantissimi cambiamenti che si sono verificati negli ultimi anni e la retrocessione nelle leghe inferiori abbiano avuto il loro impatto. Poi gli avvicendamenti, i tanti cambi di allenatori… Non si capiva bene quale era la direzione, la strada che si voleva percorrere. Magari anche per incomprensioni tra gli attuali proprietari e una parte del pubblico: il tutto ha generato dei malintesi… Sono però convinto che se il Bellinzona dovesse riprendersi o ripercorrere la sua strada, i tifosi torneranno. Secondo me è una questione di tempo”.
Qualcuno è convinto che sia l’attuale impianto (invero poco funzionale, oggi come oggi) a tenere la gente lontano dal Comunale:
“È chiaro che lo stadio comunale non corrisponde più a quelli che sono i parametri e i criteri odierni di una infrastruttura sportiva. La situazione in effetti è per davvero così, ma con una squadra che gioca in Challenge League è difficile immaginare qualche cosa di diverso.
Se però in futuro le coordinate dovessero cambiare (promozione in Super League, ndr) questo ‘aspetto’ magari lo possiamo rivedere. Ma è chiaro che con una squadra in B (per di più al penultimo posto della classifica, ndr) un investimento multimilionario come richiederebbe la sistemazione della struttura, non è immaginabile al momento”.
Con una certa ironia, amara e pungente, i tifosi sostengono che il Comunale è diventato uno stadio di atletica:
“Questo non è assolutamente vero, lo stadio è comunale nel senso che vi si praticano diverse discipline sportive. Vi hanno accesso tutte le Associazioni cittadine che svolgono una pratica sportiva. C’è, beninteso, anche l’atletica però le ore e le risorse che sono dedicate al calcio non hanno paragone con nessun’altra disciplina, atletica compresa – ci tengo a sottolinearlo”.
Quindi niente stadio nuovo?
“Come ho appena precisato, se il Bellinzona dovesse veramente ambire alla Super League o addirittura arrivarci, a quel punto si porrebbe chiaramente il tema di una modifica della struttura. Oggi però non siamo lì! (dunque niente voli pindarici, ndr).
Sindaco, come descriverebbe in stile telegrafico la città che è ‘sua’ da ben 11 anni?
“Credo che ci sia una bella qualità di vita, in cui l’arrivo di tante persone - anche da altri angoli del Cantone - sta a dimostrare che Bellinzona è anche una città che coniuga bene la buona qualità dei servizi e il costo. È tranquilla e sicura, beneficia inoltre di un processo armonico e graduale di sviluppo. Credo che qui si viva veramente bene”.
Una città che ama la sua squadra di calcio anche fuori dallo stadio, nelle vie, nei bar e soprattutto al mercato del sabato dove sono esposti striscioni, bandiere, gadgets che inneggiano all’ACB…
“È vero, il mercato è un punto d’incontro che unisce la città, ed è anche un’occasione per discutere di varie cose, sicuramente di calcio granata ma anche di politica…”.
In primavera che cosa succederà?
“Mi ricandido…” (Si ride, ndr)
Come non detto (abbiamo forse esagerato a sottolinearlo?), l’AC Bellinzona è da sempre (“come prima più di prima”, come cantava Toni Dallara, brano che è anche il titolo di un film) nel cuore dei bellinzonesi (e non solo). La società è ricca anche oggi di buoni propositi ed ambizioni (è in buone mani, la famiglia Bentancur si dedica al club con totale passione). In squadra c’è però bisogno di giocatori che lottino con grinta e cuore. Qualità e virtù che purtroppo non sono di tutti (a nostro modo di vedere).