CALCIO
Non buttiamo tutto all'aria
È il momento delle analisi e delle decisioni: bisogna però evitare i colpi di testa
Pubblicato il 19.11.2023 10:08
di L.S.
Siamo all’Europeo. E ci mancherebbe altro, dirà qualcuno. In effetti, restare fuori in un gruppo di una debolezza disarmante come il nostro, era pressoché impossibile.
In fondo non abbiamo mai rischiato, nemmeno dopo l’ultima striscia negativa di una squadra che sembra aver dimenticato come si fa a vincere. Anche quando la partita ce l’ha apparentemente in mano.
Qualcosa, ovviamente, non funziona. La dimostrazione c’è stata anche ieri sera, contro un Kosovo, che a parte uno stadio che tifava per lui, aveva poco altro. Eppure, siamo stati capaci di non vincere nemmeno questa.
Il virus della pareggite sembra averci contaminato, trasformando i finali di partita in vere e proprie tragedie. Non una o due, bensì quattro volte. Non può più essere un caso.
L’impressione, che si sta trasformando in certezza, è che questa squadra sia fragile dal punto di vista caratteriale. Il modo in cui perde la gestione delle partite è quasi imbarazzante, anche al cospetto di avversari decisamente modesti.
Di chi la colpa? Sarebbe facile, quasi troppo, gettare la croce addosso a un allenatore che sembra, quello sì, meno lucido di quando aveva preso in mano la nazionale. I problemi con Xhaka, che non si sa per quale motivo continui a restare un intoccabile, o la gestione di un Shaqiri diventato un ingombrante orpello, ne hanno senza dubbio indebolito la posizione. Forse anche di fronte al gruppo.
Eppure, come detto, non può essere soltanto colpa sua. La squadra a volte dà l’impressione di avere del potenziale importante, ma la facilità con cui perde il dominio del gioco è disarmante. Come se in questo gruppo non ci fosse nessuno in grado di accendere la miccia dell’attenzione e della motivazione.
Si crolla tutti assieme, si smette di giocare da un momento all’altro.
La domanda che tutti si pongono a questo punto è diventata un refrain pesante: cosa fare in vista dell’Europeo 2024?
Cambiare il tecnico vorrebbe dire fornire un alibi a una squadra che invece, per come ha giocato queste partite, non li merita. Con il rientro di Embolo, l’unico vero attaccante centrale di livello mondiale che abbiamo, e quello di Widmer sulla fascia destra, la Svizzera ritroverà due giocatori importanti. Garcia ha dimostrato di poter essere un’alternativa sulla fascia sinistra, mentre davanti, con Vargas e un Ndoye in crescita, siamo messi piuttosto bene. A centrocampo, da tempo, non ci sono problemi di organico. Insomma, nomi alla mano, non siamo poi così male come questi ultimi risultati vorrebbero farci credere.
L’inverno dovrà servire a tutti per fare chiarezza ed eventualmente un po’ di pulizia, evitando magari il solito compromesso elvetico che non porterebbe da nessuna parte. Ma senza quei colpi di testa che rischiano di peggiorare una situazione che si può e si deve ancora raddrizzare.
(Foto Keystone/Kefalas)