Automobilismo
Il tombino di Las Vegas
Un Gran premio dove sorpassi ed emozioni non sono certo mancati
Pubblicato il 20.11.2023 07:48
di Silvano Pulga
Quando, nelle prove libere del terzo Gran Premio statunitense stagionale (vinto, manco a dirlo, da Max Verstappen, al diciottesimo trionfo su ventuno corse disputate), Carlos Sainz ha danneggiato gravemente la sua Ferrari per aver urtato un tombino, il nostro pensiero è corso immediatamente allo youtuber Lambrenetto (al secolo il lecchese Lorenzo Lambrughi) e ai suoi video sui tombini ticinesi, che il videomaker italiano vorrebbe promuovere addirittura ad attrazione turistica, vista la meticolosità con la quale questi manufatti vengono costruiti e mantenuti. Insomma: Paradiso sarà sicuramente meno glamour di Las Vegas, senza dubbio. Però, nel Sottoceneri, il pilota spagnolo non avrebbe certamente danneggiato la propria monoposto in quel modo. E, diciamolo, il Casinò c'è anche in riva al Ceresio. Peccato il divieto di correre gare motoristiche tradizionali in Svizzera, insomma: altrimenti, si poteva fare un pensierino alla candidatura. Magari, mandando all'entourage Ferrari un video sui tombini a livello. A parte le battute, la penalizzazione di 10 posizioni per lo spagnolo, costretto a sostituire la batteria a causa del danno subito, è apparsa ingiusta, perché il pozzetto stradale è da considerarsi un'insidia, un trabocchetto invisibile, a differenza di un cordolo o di un altro ostacolo fisso posto sul circuito. La prova di ciò che affermiamo è che il manufatto difettoso ha danneggiato parecchie monoposto. Non sappiamo se lo spagnolo sarebbe riuscito a duellare per la vittoria: ma visto l'ottimo secondo posto di Charles Leclerc, che si è battuto alla pari con Sergio Pérez, sopravanzandolo nel finale, non si può escludere che avrebbe potuto dire la sua per un posto sul podio. E in una lotta per il secondo posto nel titolo costruttori che, probabilmente, si risolverà sul filo di lana (la Mercedes sopravanza ormai la scuderia del cavallino di sole 4 lunghezze), ogni punto diventa importante. In ogni caso, l'iberico è riuscito ad arrivare davanti alle due monoposto della scuderia germanica: un bel segnale in chiave futura. 40 anni dopo, tombini a parte, Las Vegas ha comunque regalato una notte (mattino a orari svizzeri) decisamente divertente. Sorpassi ed emozioni non sono certo mancati, con qualche delusione. Lando Norris, protagonista nelle ultime gare, è uscito, con tanto d'intervento della Safety Car. Il suo compagno di squadra Oscar Piastri non è andato invece oltre il decimo posto, pur avendo fatto segnare il giro più veloce in gara. Male anche Fernando Alonso (nono), mentre il compagno Esteban Ocon, anche lui con una sola fermata ai box come Charles Leclerc, è giunto al quarto posto. Solo settima e ottava posizione per le Mercedes, rispettivamente con Lewis Hamilton e George Russel: un passo indietro per le Frecce d'argento, più lente in prova e in gara delle Ferrari. Soddisfazione, ovviamente, nel clan emiliano, dove è forte la sensazione di aver ridotto il gap con la scuderia dominatrice. Vedremo cosa accadrà ad Abu Dhabi. Non possiamo dire che ci aspetta un finale di campionato emozionante, a meno di volersi esaltare per la corsa al secondo posto del mondiale costruttori. Certo, tutto va visto in funzione della prossima stagione: un'eventuale crescita delle monoposto avversarie della Red Bull va vista come i tentativi riusciti di migliorare le prestazioni, in vista della macchina che sarà in gara il prossimo anno. Su Las Vegas, va detto che, tombini a parte, ha sicuramente regalato spettacolo, in linea con le aspirazioni della città, che si sta candidando come capitale statunitense dello sport. Certo, un tombino malandrino proprio davanti all'Hotel Bellagio non può che portarci, inevitabilmente, alle nostre latitudini. E ai manufatti di questo tipo messi in opera a Lugano, che non hanno mai danneggiato le Ferrari di residenti e turisti. Ditelo a Frédéric Vasseur.