CALCIO
Una calorosa stretta di mano
Paolo Righetti lascia la presidenza: fu lui, con un gruppo di amici, a rifondare l'ACB
Pubblicato il 20.11.2023 10:33
di Enrico Lafranchi
Approfittando della lunga pausa di campionato i granata venerdì hanno accolto l’invito del Brescia Calcio per disputare un’amichevole al ‘Rigamonti’. Gara che doveva dare praticamente delle risposte soltanto al nuovo tecnico dei bresciani Rolando Maran (si è giocato a porte chiuse), subentrato a Daniele Gastaldello esonerato una decina di giorni fa. Il Bellinzona è stato ‘liquidato’ con un poker. Da informazioni da noi raccolte i granata hanno allineato una formazione rimaneggiata. In porta si è rivisto Muci, in campo si sono alternati titolari e giocatori sinora con scarso minutaggio in campionato. Le ‘Rondinelle’ hanno fissato il risultato sul 4-0 già nel corso dei primi 45 minuti.
Un test comunque importante per la squadra di Manuel Benavente che domenica deve fare risultato con il Baden. Per risultato intendiamo i 3 punti, un pareggio sarebbe da considerare una sconfitta (come tale è da considerare il recente 0-0 contro lo Sciaffusa). Su questo non ci piove! Balza all’occhio, per l’ennesima volta, che il tandem d’attacco si è rivelato tale soltanto sulla carta. A nessuno dei volti noti è riuscita l’impresa (lo è a tutti gli effetti) di… fiutare la via del gol. Quanto alla difesa 4 gol ci possono anche stare, se ne sono incassati di più in campionato e non va dimenticato che l’avversario milita nella serie B italiana. Ci si sta però rendendo conto che di reti se ne subiscono tante, troppe. Non che si voglia mettere in discussione la preparazione dei portieri, è però lecito porsi qualche interrogativo. Iacobucci è partito molto bene, ma ultimamente anche lui ha lasciato qualche punto per strada.
Paolo Righetti ha annunciato, ne aveva il diritto, la sua uscita alla ‘Regione’. Peccato. Ha dichiarato di lasciare a malincuore una società che assieme a un gruppo di ‘amici appassionati’ aveva ‘rifondato’ quando parte di tifosi (e di sponsor) se l’era data a gambe. È bene sottolinearlo. Hanno voltato la faccia all’ACB anche persone che si autodefiniscono “grandi tifosi del Bellinzona” e che all’epoca di Giulini erano saliti con baldanza sul carro dei vincitori. Gente che si mette tuttora la mano sul cuore e che si fa ‘distinguere’, di qua e di là (…), con la maglia dell’amata squadra. Noi ci crediamo, non ci si fraintenda, un perché (valido o discutibile che sia) ci sarà. Un membro del Club a ‘Ecodellosport’: “C’è chi non mette più piede allo stadio da anni e non ci onora nemmeno di una tessera al campo…”.
Ribadiamo che senza la famiglia Bentancur il Bellinzona non potrebbe fare parte dell’élite del calcio svizzero. Mettiamo la mano sul cuore!
TUTTI INSIEME PER L’ACB
“Il mio motto (quello riportato sopra, ndr) – ci aveva dichiarato Paolo Righetti quando le sue condizioni di salute stavano fortunatamente migliorando – è sempre stato questo sin dal 2014 (anno della rinascita, ndr). Spero di riuscire a coinvolgere tutti i nostri tifosi, sono sicuro che non ci hanno voltato le spalle (beh… , ndr)”.
Noi avevamo commentato: “È una ‘voce’ importante quella del presidente. I tifosi, quelli ‘veri’, saranno contenti di ‘sentirla’, perché la sua è una voce che viene dal cuore: dal cuore granata”.
Il nome di Righetti resterà legato al momento più bello dell’AC Bellinzona. Il più bello per le nuove generazioni, intendiamo dire. Non parliamo della nostra, legata – come si può intuire - al titolo conquistato nel 1948 e alle promozioni descritte nei libri. Non è sbagliato, secondo noi, definire straordinario il cammino percorso dalla squadra in questi 9 anni. Un periodo difficile, ‘sofferto’ ma che ci ha regalato una certezza ferma: la continuazione della società! Il calcio è fonte anche di gioia, di grandi soddisfazioni. Righetti le ha raccolte: sarebbe bello sapere quanto gli è costato negli scorsi giorni dire basta all’ACB.
Fosse stato presente all’assemblea del Club dei 100 sarebbe scattato per lui l’applausometro. Un gesto di riconoscenza e di stima per quanto ha fatto, per la sua dedizione, per il suo sincero attaccamento ai colori granata (ricorderete la maglia numero 9 che ha ‘dedicato’ a Marzio Morocutti, l’indimenticabile bomber scomparso 20 anni fa). Paolo ha preferito uscire in punta di piedi: chapeau.
E ADESSO?
Al quotidiano bellinzonese ha esplicitamente parlato di “vent’anni vissuti a duecento all’ora”. Anni, sono parole sue “tra alti e bassi (suvvia, più alti che bassi con quella superlativa scalata, frutto di una promozione dietro l’altra), con tanta fatica (ci crediamo) ma anche con tanto entusiasmo sino alla promozione in ChL”. L’auspicio di lasciare il timone a un altro bellinzonese lo aveva già espresso prima di ammalarsi. Un ‘granata’? Con rispetto parlando, è da considerare un ‘suggerimento’ logico (un nome, per la verità, ci sarebbe già). Righetti, e qui concludiamo, ha sempre avuto un rapporto leale con tutti. Una stretta di mano vale più di mille parole. Stretta e calorosa.