CALCIO
"Un allenatore è forte se..."
Régis Rothenbühler commenta il momento delicato della nostra nazionale
Pubblicato il 21.11.2023 09:16
di Red.
Lavora per la federazione svizzera di calcio e ne conosce benissimo i meccanismi. L’ex giocatore della nazionale Régis Rothenbühler è intervenuto ieri sera a Fuorigioco e ha analizzato il momento delicato della selezione rossocrociata.
Uno dei problemi, secondo l’ex difensore, è la mentalità:
“Abbiamo avuto un girone facile, almeno sulla carta e questa squadra, da sempre, ha bisogno invece di avversari stimolanti. Abbiamo visto in passato, che contro squadre forti abbiamo sempre dato il meglio”.
Secondo Régis non è stata comunque una brutta Svizzera finora:
“Si potevano vincere tutte le partite, anche perché si sono create tante occasioni da gol. Alla fine, però si ottiene ciò che si merita e se abbiamo fatto tutti questi pareggi è perché ci è mancato qualcosa”.
Forse un numero nove?
“Beh, Embolo, così come Widmer, è un giocatore fondamentale per questa squadra. A livello internazionale sa fare la differenza e di elementi così in nazionale non ce ne sono tanti. Soprattutto in quel ruolo, è probabilmente l’unico, unitamente a Itten, che però non so se abbia quel livello di gioco”.
In passato di attaccanti “veri” ne avevamo parecchi:
“Certo, gente come Kubi, Frei, Knup o Chapuisat adesso farebbero molto comodo. Abbiamo delle ali molto forti, che sarebbero ancora più forti con un attaccante del genere”.
Con un’età media di 27,46 anni la Svizzera è vecchia?
“Diciamo che stiamo assistendo alla fine di una generazione”.
Yakin sembra in difficoltà: è veramente così?
“Un allenatore è forte, e parlo in generale, se la società lo spalleggia. Oggi i giocatori hanno un potere che noi ai nostri tempi non avevamo. Bisogna chiedersi se la Federazione ha veramente dato pieni poteri a Yakin…”.
(Foto Keystone/Klaunzer)