CALCIO
Non è tutta colpa di Yakin
Giocatori e Federazione per ora evitano le critiche: ma è giusto?
Pubblicato il 21.11.2023 10:36
di L.S.
Stasera a Bucarest per il primo posto, ma soprattutto per capire come sta la nostra Nazionale.
Il dibattito attorno alla “Nati” è in completa ebollizione. C’è chi, già domani mattina, vorrebbe un cambio di allenatore.
Via Yakin e repulisti totale. Ci vuole il pugno duro, ma soprattutto aria fresca, si dice.
Insomma, la voglia di cancellare le ultime settimane da parte dei tifosi è evidente. Così come lo è anche da parte di una fetta di stampa, che vede in Yakin il nostro grande problema.
Se non si vince, se la squadra si fa rimontare nei minuti finale e se in attacco si sbagliano gol che a questi livelli bisognerebbe assolutamente fare, è tutta colpa del tecnico.
Non dell’atteggiamento dei giocatori, che da professionisti strapagati nei loro club, dovrebbero mettere a disposizione cuore e anima anche per la propria nazione.
Così Yakin finisce sul banco degli imputati. Tra l’altro come unico imputato.
Assolti anche Xhaka, che da capitano dovrebbe smorzare sul nascere le polemiche e cercare di tenere tutti uniti, e Shaqiri, che sembra ormai sul viale del tramonto.
Più facile sparare su Yakin, che se una colpa ce l’ha, è quella di affidarsi ancora al giocatore dei Chicago Fire. Per il resto è difficile, oggettivamente, attribuirgli delle colpe. Stanno giocando i migliori.
Con i rientri di Embolo e Widmer, e con Garcia che forse ruberà presto il posto da titolare a Rodriguez, la nostra squadra sembra sufficientemente attrezzata.
Bisognerà piuttosto spazzare le polemiche che stanno inquinando l’ambiente, e in questo senso, la Federazione e Pier Tami, avranno un ruolo decisivo.
Petkovic lasciò l’incarico due anni fa e ora Yakin viene gentilmente accompagnato verso la porta.
Inusuale per una nazionale che tutto sommato ottiene i risultati prefissati.
Forse l’analisi, quella vera, è da fare ad altri livelli.  
(Nella foto Keystone/Gilliéron, da sin.: Vincent Cavin, il presidente dell'ASF Dominique Blanc, Pier Tami e Murat Yakin)