CALCIO
Ritorno al futuro
Parla Brenno Martignoni, primo cittadino ed ex sindaco: potrebbe essere lui il nuovo presidente dell'ACB?
Pubblicato il 21.11.2023 17:09
di Enrico Lafranchi
La strada della cronaca sportiva della città ci porta a intervistare Brenno Martignoni. All’assemblea del Club dei 100 (di cui abbiamo ampiamente riferito), nessuno avrebbe pensato che Paolo Righetti, di lì a qualche giorno, avrebbe lasciato l’AC Bellinzona. A giochi, come si suol dire, fatti Martignoni - primo cittadino e già sindaco di Bellinzona – è diventato il candidato più ‘gettonato’ alla carica di presidente. “Ammetto – ci dice – che negli ultimi tempi si sono susseguiti incontri di avvicinamento all’ACB”. Il suo è un cuore che batte granata: “Da sempre, non solo dalla trionfale promozione in Super League (20 maggio 2008) che ho potuto salutare in prima persona all’Espenmoos di San Gallo come sindaco: una serata memorabile, momenti di felicità da incorniciare!”.
Ricordi intensi, palpitanti…
Ma veniamo a cose e fatti più recenti. Manuele Morelli sul ‘Mattino della domenica’, ha tirato in ballo Martignoni affermando che costruire un nuovo stadio a Bellinzona (o dintorni) è pura utopia.
Avvocato, che cosa risponde a Morelli (tra l’altro presidente dell’ACB proprio l’anno di quella promozione)?
Che è sì un sogno (dunque non un’utopia, ndr), però realizzabile!”.
Precisa anche (Morelli) che si tratta di un obiettivo sbagliato, visto che in Ticino sorgerà presto il nuovo stadio del FC Lugano:
Chiedere a un granata di andare a vedere le partite del suo Bellinzona a Lugano è una forzatura che si scontra con dinamiche ben radicate: un bellinzonese lo è fino in fondo! Non a caso riusciamo a raggiungere situazioni di grande affetto anche oggi pur non militando nella massima lega”.
Come dice bene lei, c’è passione e un cuore che batte forte per l’ACB:
La nostra voglia di rialzarsi è bene impressa nei nostri cuori, ci fa correre con grandi energie e passioni a seguire la nostra squadra. Ecco perché dobbiamo continuare a giocare a Bellinzona, il nostro territorio non è condivisibile con nessuno, tantomeno con i bianconeri…” (sorride…).
Se mai i “sogni proibiti”, evidenziati nel pezzo apparso sul domenicale, sono quelli di vedere il Bellinzona giocare le sue partite casalinghe a Lugano: è d’accordo? 
Qui siamo veramente nel ridicolo… Dico solo che un ‘tempio’ del calcio nella capitale è un’esigenza imprescindibile, indipendentemente da dove gioca ora la nostra squadra”.
Mario Branda la pensa diversamente (vedi nostra intervista al sindaco):
Per me i tempi sono invece maturi. Per la verità allo stadio nuovo ci eravamo quasi arrivati nel 2009 con la Bellinzona Arena”.
Quel progetto (erano gli anni di Giulini) è andato in fumo:
Furono insane opposizioni e chiusure istituzionali da parte del Cantone che ce ne impedirono la realizzazione”.
Oggi le ‘basi’ sono cambiate?
Come già allora potrebbero esserci le premesse per guidare una nuova cordata pubblico-privata per finalmente dotarci di questa fondamentale struttura”.
Ancora in via Tatti?
Purtroppo sia quella ubicazione, a fianco di via Tatti – che era assolutamente ideale per l’uscita autostradale (!), sia l’adesione di una realtà commerciale importante, un gigante svedese dell’arredamento (!!), oggi sono da ritenere superate”.
Peccato:
Dirò di più. La HRS (Real Estate SA) che aveva già firmato con noi la dichiarazione d’intenti tra la città, l’ACB e il Patriziato di Carasso, è quella che sta costruendo il Polo sportivo e degli eventi di Lugano”.
Da non credere! A questo punto quale soluzione prospettate?
Si potrebbe pensare al campo di calcio in territorio di Giubiasco (il campo dell’USG, ndr).  Con le dovute trasformazioni può diventare uno stadio di tutto rispetto, paragonabile alla Stockhorn Arena di Thun realizzata nel 2013 dalla Migros con una capienza di 10 mila spettatori”.
Dire Giubiasco non vuol dire ‘fantasticare’ come fa Morelli con Lugano…
“Infatti. Con un gruppo di promotori convinto e determinato potremo veramente raggiungere questo fondamentale traguardo. Reputo che le mie informazioni esternate al Club dei 100 siano corroborate da sostanza e da progettualità. Questo obiettivo, non mi stancherò di ripeterlo, non dipende assolutamente da dove si trova ora l’ACB. Bisogna guardare avanti in modo da essere ‘magistri’ degli eventi, non subirli!”.
Nel suo ‘copioso’ libro (Salvioni Edizioni), che porta il titolo di un film di grande successo (“Ritorno al futuro”), cita un detto del protagonista Marty McFly – “Se ci mettiamo con impegno, raggiungiamo qualsiasi risultato”. La pensa così anche per l’ACB?
“Certamente, noi in Super League ci torneremo, e non in un tempo così lontano”.
Una presa di posizione chiarissima la sua:
La partita di Coppa svizzera dello scorso 31 ottobre contro lo Zurigo non avrebbe certo sfigurato in un’arena nuova di zecca”.
Siamo ai… titoli di coda, qual è il suo punto di vista di ACB-Società?
Direi che in questo momento sono evidenti delle carenze organizzative. Mancando linee guida dirigenziali sono inevitabili degli ‘smarrimenti’ di cui ne risente anche il popolo granata. Spesso nella storia pluricentenaria del Club sono giunte delle figure carismatiche che hanno riacceso la sacra fiamma dei tifosi motivando i ragazzi in campo. In fondo da sempre la nostra carta vincente è il calore e l’affetto che la piazza sa mostrare alla propria squadra”.
Come giudica lei la gestione Bentancur che, sempre secondo Morelli, è eccessivo elogiare?
“Una buona domanda la sua. La famiglia Bentancur ha subito manifestato un sostegno fondamentale per l’ACB senza il quale non saremmo dove siamo. Proprio per questo diventa importante serrare i ranghi e fare fronte unico. Sia dal profilo agonistico-sportivo, sia sotto il profilo amministrativo-gestionale. Affinando e amalgamando questi due aspetti i risultati non potranno che arrivare ed essere lusinghieri”.
Prima di lasciarla rivolgo anche a lei la stessa domanda che ho fatto a Mario Branda. Che cosa farà in primavera?
In primavera si terranno le elezioni per il nuovo Municipio, sindaco compreso… (ride)”.