CALCIO
È una Svizzera da amare
Come tutte le cose belle, la nostra nazionale è desiderabile e infedele, oppure non dura a lungo
Pubblicato il 22.11.2023 12:53
di Giorgio Genetelli
La Svizzera è una bella squadra, che non rinuncia mai a giocare neanche quando le serate si annunciano pessime. Ha una classe tutta sua, come quelle donne che affascinano sia in pigiama che con camicie a quadretti e perfino in tailleur macchiato di senape. La Svizzera si adatta al momento, sinuosa e sexy, prova a cambiare e a cambiarsi, mentre tutte le altre squadre nazionali o sono deboli e chiuse oppure forti e proterve, immutabili, noiose.
Nella Svizzera non ci sono molti giocatori bravi, però si trova il modo di metterli a loro agio e di estrarre il loro meglio al servizio di un’idea collettiva. Che ci ha portato, e ancora ci porta, in giro per il mondo quando il calcio raggiunge l’apice di Mondiali e Europei, quando altre squadre nazionali superbe e stantie stanno a casa a lamentarsi.
La Svizzera del calcio rappresenta inoltre quella fratellanza pacifica che è un capitale della Svizzera Paese, al netto di alcuni pazzi dichiarati e di altri eletti che vorrebbero invece bastonare ogni cosa (a parole). Infatti, qualcuno di loro sta incitando a bastonare Murat Yakin, che è l’allenatore della Svizzera, o i giocatori, rei di non discendere dal Grütli e di non cantare la canzone da ubriaconi che è il Salmo svizzero.
La Svizzera è una bella squadra e, come tutte le cose belle, è desiderabile e infedele, oppure non dura a lungo, oppure ha la testa tra le nuvole, impegnata con i sogni, ma al momento buono ti bacia e resti lì incantato. Non si può non voler bene alla Svizzera, giustificando la disaffezione con la miseria dei numeri, e incitando ai dissapori. Ma su dai, cosa sarebbe la nostra vita senza le incertezze e i tremori che sono poi l’anticamera della gioia e dello stupore? Il calcio è come l’amore, è bello finché dura, ma se dura è più bello e quindi farlo durare è un impegno, non un capriccio.
Ci saranno sempre i Bellingham e i Mbappé, le inghilterre e le france: vengono vedono vincono. Però è più complicato, e dunque più bello, amare la cara Svizzera imprecisa e struggente di Xhaka e Amdouni.
(Foto Keystone/Klaunzer)