CALCIO
Tonwsend, il Crus e le strategie societarie
L'addio all'Head of Performance, a Lugano apre già il tempo delle riflessioni e delle analisi
Pubblicato il 23.11.2023 09:27
di L.S.
Nicholas Townsend mancherà a questo Lugano. Soprattutto a chi, quando si affacciava dalle parti di Cornaredo, incontrava il suo sorriso e l’immancabile battuta.
Il comunicato di ieri, che ha sancito l’allontanamento immediato dell’Head of Performance del FC Lugano, ha fatto male a una parte della tifoseria e forse, chissà, avrà lasciato il segno anche nella squadra. Vedremo.
Sicuramente era una notizia che non ci si aspettava. Almeno adesso.
È vero che con l’arrivo nella scorsa stagione del nuovo staff di preparatori voluti da Chicago, per Townsend lo spazio si era ridotto, obbligando di fatto la società a “inventarsi” un ruolo per mantenerlo all’interno dello staff di Mattia Croci-Torti. Con il tempo, il suo entusiasmo e le sue competenze, Townsend, unitamente a Carlo Ortelli, si era però ricucito un ruolo interessante, e i due sembravano aver trovato il giusto equilibrio a fianco del mister. Un triangolo che funzionava.
E proprio il Crus, c’è da giurarlo, sarà il più dispiaciuto per questo addio, che arriva a poche settimane dalla pausa invernale e che forse, volendo guardar bene, poteva venir procrastinato ancora un po’.
Certo, il termine di disdetta per il contratto di Townsend consigliava un addio entro la fine di novembre ed è normale che, con la lettera di licenziamento sul tavolo, fosse impensabile che potesse restare fino a fine campionato.
Peccato però che questo freddo comunicato, alimentato dalla mancanza di qualsiasi tipo di spiegazione (ora e per sempre), non abbia fatto altro che alimentare dubbi e sospetti. Nel Lugano della trasparenza, come ha sempre detto orgogliosamente (e legittimamente) Blaser, è una piccola pecca.
Chissà cosa sarà mai successo, si chiede la gente. Niente, assolutamente niente. Tutto rientra nei piani strategici di un club che a volte è chiamato a fare delle scelte, magari anche impopolari e non sempre facilmente comprensibili.
Il Lugano, ormai lo abbiamo capito, ragiona come una vera e propria azienda, e numeri e organigramma, possa piacere o no, sono al primo posto.
Pensare che l’addio di Townsend sia un modo per indebolire appositamente Croci-Torti, è spingersi un po’ troppo in là, così come credere che ci sia un disegno precostituito per cambiare tutto.
Il Crus, come tutti gli allenatori, verrà giudicato per i risultati che otterrà. Ovviamente, nel suo caso, sarà importante ricordarsi dei numerosi impegni e degli infortuni, a catena, che hanno caratterizzato questo delicato periodo. E che avranno bisogno di una schietta e approfondita analisi.
Nel momento dell’analisi e del bilancio di questa prima parte di stagione, bisognerà ragionare come uomini di calcio e non come gelidi uomini di azienda. E a Lugano, per fortuna, hanno dimostrato di saper fare anche questo.
(Foto Keystone/Di Nolfi)