CALCIO
La "pazza" gioia di Mangiarratti
L’ex granata è ora alla guida dell’Yverdon e domani affronterà il Lugano
Pubblicato il 24.11.2023 18:06
di Enrico Lafranchi
Alessandro Mangiarratti è riuscito ad abbracciare la Super League! La panchina dell’Yverdon, tenendo conto della lunga pausa della Nazionale, è sua da poco tempo: debutto con sconfitta a Basilea e pareggio col Losanna: un bilancio magro, se vogliamo, ma comunque da non buttare se pensiamo che la squadra di Magnin aveva rifilato tre ‘schiaffi’ al Lugano e altrettanti ai renani restando sulla linea dell’hattrick, dopo avere pareggiato nell’altro derby (Stade Losanna), anche contro il Lucerna.
Ovvio che il Losanna non c’entra, sabato i ragazzi di Mangiarratti se la devono vedere con il Lugano. L’Yverdon, come quella bianconera, la si può considerare una squadra capace di farsi rispettare in casa: 12 punti contro i 5 ottenuti fuori. Non sarà facile portargliene via. Oltretutto il Lugano è in serie negativa da un po’, l’ultima sua vittoria risale alla nona giornata (si gioca per la 15esima), in seguito ha perso dalle due formazioni della Limmat (oltre che dai vodesi) e pareggiato con lo Young Boys: un bottino deficitario. Cornaredo a inizio dicembre potrebbe risultare fondamentale (nel bene come nel male). Con il recupero della partita con il Basilea, sono ben tre partite di fila in otto giorni. In casa!
Ma di punti bisogna ovviamente andarne a fare anche allo ‘Stade Municipal’ dove i padroni di casa sono stati superati soltanto dal Grasshopper.
Con Alessandro entriamo subito nel vivo della partita, la prima che il Lugano torna a giocare di sera (in ‘notturna’ come si diceva ai tempi) dal 27 settembre in qua (2-1 a Cornaredo con il Losanna). Facciamo notare all’ex ACB che l’Yverdon è una squadra ‘casalinga’ (lo è d’altronde anche il Lugano): “Questa analisi – risponde divertito – non l’avevo ancora fatta, però ci può stare… Significa che nel nostro ‘fortino’ ci troviamo a nostro agio!”.
Il Lugano è nettamente in crisi di risultati: come lo vedi?
“Mah, è il solito Lugano camaleontico, difficile da decifrare ma sicuramente più attrezzato di noi. E Il Crus è uno che non molla mai!”.
Che ‘strategia’ adotterai: aggressiva (i bianconeri si sono beccati tre reti dallo Zurigo, voi ne avete subite 4 in due partite):
“Staremo molto attenti”.
Ale, c’è sempre un obiettivo nello sport, come nella vita: lo era per te abbracciare la Super League?
“Per un allenatore la cosa più importante è avere piacere a quello che fa e dove. Ci si può divertire a tutti i livelli, chiaro che essere in Super League è motivo di grande soddisfazione per me”.
La loro chiamata ti ha colto di sorpresa o c’erano stati dei ‘pourparler’?
“Per la verità è andato tutto veloce, ho dovuto decidere in quattro e quattr’otto…”.
Hai trattato con Degennaro o Bignotti? 
"No no, con il direttore tecnico Filippo Giovagnoli”.
Hai preso in mano una squadra sicuramente in buona salute:
“Certo, questa è una cosa molto positiva”.
Forte di un bilancio apprezzabile, avete 1 punto in più del Losanna:
“Sì, ma il Losanna ha avuto un inizio difficoltoso (tre partite un punto, con Marco Schällibaum l’Yverdon aveva espugnato la Tuilière, ndr) ma poi si è ripreso. È una squadra forte, tutto sommato lo siamo anche noi…”.
Che atmosfera hai captato al Municipal?
“Nel derby con il Losanna c’erano 4400 spettatori. Un ambiente fantastico!”.
Sei a Yverdon per restarci più a lungo, presumo, che non a Vaduz…
Ci sta una bella risata! “Non si deve ragionare con questo pensiero… Bisogna darsi da fare, divertirsi, fare un bel lavoro. Se hai addosso questa paura è meglio lasciare perdere!”.
Dal Ticino a Berna (YB U21), a Vaduz ed ora una ‘prima’ romanda: cambia qualcosa?
“Non credo, ma non è mai facile, sono a quattro ore da dove abito. Cambia un po’ la vita familiare, è sottinteso che qualche sacrificio bisogna farlo”.
La lingua francese per un ticinese è probabilmente un punto favorevole o non fa una grande differenza per te?
“Direi che ‘mastico’ bene sia il francese che il tedesco: dunque la lingua, se mai, è un mezzo problema…”.
Chiudiamo con il Bellinzona che sta ‘sognando’ un nuovo stadio ma che in realtà lotta per mantenere il posto in ChL. Ce la farà?
“Non la vedo così semplice, però sì, si salverà”.
Non ti hanno contattato?
“No, si vede che non era ancora il momento neanche questa volta”.   
Abbiamo parlato con Ale in coda alla partita della Svizzera in Romania dove in tanti hanno detto che cosa bisogna fare con Murat Yakin in vista dell’Europeo. Di ‘voci’ divergenti non ce ne sono pressoché state (emblematica l’intervista del DT Tami sul foglio da boulevard), avremmo voluto sentire quella di Mangiarratti: “Non è il mio pane, non è mai stato il mio campo d’azione – ha risposto”.
Ex giocatori ed allenatori hanno invece trovato terreno fertile, soprattutto nei salotti televisivi. Arriveremo al sorteggio del 2 dicembre con Murat Yakin accanto a Pierluigi Tami e con il DT con un nuovo CT in giugno? Allegria!
(Foto Keystone/Flauraud)