CALCIO
La favola di Liam
Il 20.enne difensore ticinese ha debuttato domenica in Super League con la maglia del Grasshoppers
Pubblicato il 29.11.2023 12:20
di L.S.
Era a bordo campo, pronto per entrare, quando ha visto Cognat infilare il gol del due a zero, quello che in pratica ha chiuso la contesa.
Nonostante la sconfitta contro il Servette, domenica 26 novembre 2023 è una data che Liam Bollati non potrà mai dimenticare.
È stato il giorno del suo esordio in Super League con la maglia del Grasshoppers. Quattordici minuti, più recuperi, che valgono una vita di sacrifici, che ripagano dei tanti sforzi fatti.
Un’emozione, che per un ragazzo di vent’anni, non è facile spiegare:
“Onestamente non me l’aspettavo, anche perché per un difensore in panchina non è mai scontato entrare. Stavamo perdendo uno a zero e l’allenatore mi ha detto di prepararmi. È stato un attimo che non dimenticherò mai. Peccato che in quel momento abbiamo preso il secondo gol. Sono entrato lo stesso con una grande carica addosso e dopo un paio di minuti anche l’emozione è sparita per far posto alla concentrazione”.
Titolare dell’Under 21 del Grasshoppers, che milita in Prima Classic, Liam è alla seconda stagione con le cavallette:
“Dopo la trafila con il Team Ticino e qualche partita con il Bellinzona in Promotion League, sono andato a Kriens: in quel momento non era una scelta facile, ma con il senno di poi è stata la decisione più azzeccata. Ho potuto fare qualche partita in Challenge League, che per un ragazzo di 18 anni è sempre una bella esperienza”.
Poi, appunto, le cavallette:
“I primi tempi ho fatto un po’ di fatica, anche per la lingua, ma adesso sono molto felice, capisco bene anche lo svizzero tedesco e mi sono integrato alla perfezione. Con l’Under 21 si parla più tedesco, in prima squadra invece si usa molto anche l’inglese, vista la provenienza dei vari giocatori”.
Lui però non dimentica le sue origini, il posto dove ha mosso i primi passi:
“Ho iniziato nella scuola calcio del Gordola e mi ricordo di un allenatore che si chiamava Ivan, di cui però mi sfugge il cognome, che mi aveva aiutato tantissimo. Mi aveva preso in simpatia e con lui andavo anche a vedere le partite dell’Ambrì. Mi piacerebbe rivederlo e riabbracciarlo un giorno”.
Sono tante le persone che hanno contribuito alla sua crescita:
“Beh, in effetti nel raggruppamento del Locarnese, ricordo Roberto Chiappa: all’epoca mi era sembrato piuttosto severo, ma adesso, guardando indietro, capisco perché agiva così. E poi nel Team Ticino non dimentico Massimo Immersi, poi divenuto direttore, e Andrea Lanza, che allenava l’Under 18 con cui abbiamo perso la finale di Coppa Svizzera contro il Servette ai rigori. A Bellinzona c’era poi Davide Morandi, che devo ringraziare per avermi voluto in granata”.
Al Grasshoppers ha già avuto due allenatori: Giorgio Contini e adesso Bruno Berner.
“Tutte e due molto validi. Contini lo ricordo per il suo gioco offensivo, mentre Berner ovviamente mi piace perché mi sta dando fiducia e perché sta facendo un grande lavoro con la squadra. Siamo una rosa giovane che è cambiata tanto e creare una squadra non è mai facile”.
In questa rosa giovane, Liam sta cercando di trovare il suo spazio, senza dimenticare però l’importanza di giocare con l’Under 21:
“Devo dire che c’è un bel gruppo e abbiamo l’obiettivo di salire di categoria. Sarebbe importante per una società come il Grasshoppers avere una squadra in Prima Promotion. Faremo di tutto per riuscirci”.
Tra le due categorie ovviamente c’è una bella differenza:
“Certo, soprattutto a livello di intensità, velocità e struttura fisica. Senza contare naturalmente la qualità e l’esperienza”.
Liam, in qualità di terzino, ha già le idee chiare:
“Mi piace spingere molto sulla fascia, essere propositivo: prediligo un calcio offensivo e guardo sempre le partite dei miei due giocatori preferiti. Uno è Theo Hernandez del Milan, l’altro è Udogie del Tottenham. Li osservo e provo a copiarli, cercando naturalmente di imparare anche la fase difensiva, che nel mio ruolo è altrettanto importante”.
Nella sua giovane carriera, oltre agli allenatori, altre persone sono state molto importanti:
“Ovviamente la famiglia, mia mamma in primis e i nonni, che mi hanno sempre seguito e sostenuto. E poi anche il mio procuratore Gianluca Di Domenico, con cui ho iniziato a lavorare nei mesi di Bellinzona. È stata una fortuna trovare una persona così in quel momento della mia carriera”.
Liam ha la mamma locarnese e il papà africano:
“Sì, della Guinea, paese in cui però non sono mai stato. Io mi sento completamente ticinese, ma in futuro mi piacerebbe comunque andarci per vedere com’è”.
Il 2024 potrebbe essere l’anno della sua esplosione:
“Il mio obiettivo, a corto termine, è di trovare sempre più spazio in prima squadra. Senza per il momento abbandonare l’Under 21, anche perché un ragazzo della mia età ha bisogno di giocare con una certa continuità”.
E poi chissà che un giorno, anche i sogni più nascosti, e per questo più belli, non possano realizzarsi:
“Giocare nel Milan e ovviamente nella nazionale Svizzera”.
Chissà… La strada è ancora lunga, ma a volte il calcio permette di trasformare i sogni in realtà.
Intanto Liam si gode il debutto in Super League, e già questo, renderà il suo Natale decisamente speciale.
(Foto Keystone/Bally)