No, non è stato un brutto Lugano, come potrebbe far pensare il punteggio, un po' troppo severo per i ticinesi. La squadra di Mattia Croci-Torti, infatti, ha disputato un buon primo tempo, provando a giocarsi una partita che, come scrivevamo ieri, era complicata sia per la forza dell'avversario, neo campione di Norvegia, sia per le difficili condizioni ambientali, visto che la sfida è andata in scena a nord del circolo polare artico.
Un Lugano ordinato, quindi, praticamente per tutti i primi 45', ma tradito, ancora una volta, da degli errori individuali. Davanti, i bianconeri non sono riusciti a finalizzare tre buone occasioni capitate sui piedi di Steffen, Arigoni e Cimignani. Dietro, Mai, Hajdari e Arigoni, al 40', hanno invece consentito a Pellegrino.di andare in gol per i padroni di casa, mentre nella ripresa, al 56', è stato un pallone mal gestito da Sabbatini ad aprire la via del gol a Fet, che ha usufruito anche di una sfortunata deviazione di Hajrizi.
A quel punto la partita non ha avuto più storia, nonostante le ben cinque reti che sono seguite al raddoppio dei norvegesi, fissando il punteggio sul 5-2 finale, che condanna matematicamente i ticinesi all'eliminazione dalla Conference League.
Le parole di Mattia Croci-Torti, a fine gara, sono state molto esplicative: a questi livelli gli errori si pagano carissimi. Le squadre incontrate in questa campagna europea hanno esperienza e valori individuali superiori alle avversarie in campionato, con la sola eccezione dello Young Boys il quale, infatti, si è comportato onorevolmente in Champions League, qualificandosi per la fase a gironi e guadagnandosi il terzo posto in un raggruppamento piuttosto duro, dove si è misurato anche coi detentori del trofeo.
Certamente, resta qualche rammarico. La compagine bianconera da una parte ha dimostrato di poter stare in questi contesti, ma dall'altra è mancata dal punto di vista della concretezza, con la sola eccezione della partita di Istanbul. Oggi qualcuno tende un po' a ridimensionare la vittoria in Turchia: ma forse quel qualcuno dimentica che la prima picconata ai turchi è stata quella inferta dai ticinesi. Da lì in poi, la compagine del paese anatolico si è persa e, sinora, non si è più ritrovata.
Ora, la squadra sottocenerina è attesa da tre partite casalinghe in campionato. Sarà fondamentale fare bene, chiudendo in crescendo questa fase di stagione, per poi ripartire a gennaio recuperando gli infortunati, e con un Ousmane Doumbia in più in squadra. Questo gruppo merita, infatti, di poterci provare ancora, in Europa, nella prossima edizione dei tornei continentali.
Un Lugano ordinato, quindi, praticamente per tutti i primi 45', ma tradito, ancora una volta, da degli errori individuali. Davanti, i bianconeri non sono riusciti a finalizzare tre buone occasioni capitate sui piedi di Steffen, Arigoni e Cimignani. Dietro, Mai, Hajdari e Arigoni, al 40', hanno invece consentito a Pellegrino.di andare in gol per i padroni di casa, mentre nella ripresa, al 56', è stato un pallone mal gestito da Sabbatini ad aprire la via del gol a Fet, che ha usufruito anche di una sfortunata deviazione di Hajrizi.
A quel punto la partita non ha avuto più storia, nonostante le ben cinque reti che sono seguite al raddoppio dei norvegesi, fissando il punteggio sul 5-2 finale, che condanna matematicamente i ticinesi all'eliminazione dalla Conference League.
Le parole di Mattia Croci-Torti, a fine gara, sono state molto esplicative: a questi livelli gli errori si pagano carissimi. Le squadre incontrate in questa campagna europea hanno esperienza e valori individuali superiori alle avversarie in campionato, con la sola eccezione dello Young Boys il quale, infatti, si è comportato onorevolmente in Champions League, qualificandosi per la fase a gironi e guadagnandosi il terzo posto in un raggruppamento piuttosto duro, dove si è misurato anche coi detentori del trofeo.
Certamente, resta qualche rammarico. La compagine bianconera da una parte ha dimostrato di poter stare in questi contesti, ma dall'altra è mancata dal punto di vista della concretezza, con la sola eccezione della partita di Istanbul. Oggi qualcuno tende un po' a ridimensionare la vittoria in Turchia: ma forse quel qualcuno dimentica che la prima picconata ai turchi è stata quella inferta dai ticinesi. Da lì in poi, la compagine del paese anatolico si è persa e, sinora, non si è più ritrovata.
Ora, la squadra sottocenerina è attesa da tre partite casalinghe in campionato. Sarà fondamentale fare bene, chiudendo in crescendo questa fase di stagione, per poi ripartire a gennaio recuperando gli infortunati, e con un Ousmane Doumbia in più in squadra. Questo gruppo merita, infatti, di poterci provare ancora, in Europa, nella prossima edizione dei tornei continentali.
(Foto Keystone/Torbergsen)