CALCIO
Sconfitte che (forse) aiutano a crescere
Ai bianconeri, a questi livelli, mancano cinismo, attenzione e cattiveria: cosa si può fare?
Pubblicato il 01.12.2023 08:22
di L.S.
Ha ragione il collega Silvano Pulga, in questo Lugano non è tutto da buttare. Anzi.
Anche ieri sera a Bodo, per almeno mezz’ora, la squadra ha dato l’impressione di saper stare in campo meglio degli avversari.
Geometrie lineari, spazi che si trovavano in maniera quasi naturale e occasioni che fioccavano.
Sembrava tutto troppo facile. Già, sembrava. Il calcio, si sa, è pronto a penalizzare la mancanza di cinismo, da sempre una delle doti essenziali di una squadra vincente.
Non è il basket, dove alla fine vince sempre il più forte o, il tenni, dove solitamente vince quello che merita di più. No, il calcio, e forse la sua bellezza è anche questa, vive di episodi. A volte pochissimi, altre volte di più, come è stato il caso ieri sera, quando i bianconeri, soprattutto nel primo tempo, avrebbero meritato molto di più.
Due occasioni a dir poco clamorose nei primi cinque minuti (Arigoni e Cimignani) avrebbero potuto cambiare la partita. Ma non sono state le uniche.
Com’è già accaduto invece in passato a questi livelli, se non segni il gol lo prendi. Anche perché difensivamente questa squadra ha sempre qualche pericoloso obnubilamento.
Inutile, per non dire autolesionistico, andare a fine partita a rivedere le statistiche e notare che il Lugano ha scagliato 20 tiri contro la porta avversaria, contro gli 11 dei norvegesi. Loro, infatti, hanno avuto quasi un 50 per cento di riuscita, mentre il Lugano si è fermato a un 10 per cento.
In fondo la partita, al di là di tutte le disquisizioni tecnico/tattiche che si possono fare, è quasi tutta qui.
Questione di talento, freddezza, fortuna o che altro? Probabilmente anche di esperienza a questi livelli.
Queste sconfitte in Europa, per quanto possano risultare frustranti nell’immediato, aiuteranno sicuramente questa squadra e questo club, a crescere ancora. Chi di dovere avrà sicuramente capito cosa serve per fare un passo ulteriore verso la consacrazione continentale e come impostare la squadra del futuro.
In fondo, come dice qualcuno, non è proprio nelle sconfitte che si impara? Sarà di certo così, a patto di analizzarle nella giusta maniera e con la dovuta umiltà.
(Foto Keystone/Torbergsen)