Quelli sono stati anni di
grande passione sportiva per il disco su ghiaccio, ma lo sono sicuramente
ancora ai nostri giorni visto come si affollano la Gottardo e la Corner Arena.
Gilio von Riva ne decantava il fascino, quello della Valascia s’intende (cui
Plinio Gabuzzi aveva dedicato il libro, con questo titolo, ricco di belle immagini
in bianco e nero e di dati storici; il giornalista de ‘Il Dovere’ ha in pratica
scritto la storia del Club dal 1935 al 1985 suscitando sentimenti di
gratitudine da parte degli allora dirigenti dell’HCAP). Il collega Marco
Tognola, ai tempi redattore di ‘Libera Stampa’, ci ricorda che Virgilio Nova,
in arte, appunto, Gilio von Riva (anagramma del suo nome e cognome), in ogni
articolo sapeva cogliere “lo spirito della Valle, il suo era un giornalismo
alla Mario Soldati (scrittore e regista), se vogliamo anche di Gianni
Brera che aveva battezzato Gianni Rivera ‘l’abatino’… Nei suoi pezzi non
‘raccontava’ soltanto la partita – precisa Tognola - era molto profondo,
‘acuto’. Ci teneva a fare notare che l’Ambrì aveva qualcosa in più delle altre
squadre: lo spirito della Valle! Era stato chiamato alla redazione di ‘Libera
Stampa’ da Armando Libotte, fu anche grande amico di Silvano Ballinari (Libotte,
poi diventato direttore de L’Eco dello Sport, Ballinari prezioso collaboratore
ai nostri tempi, ndr). Devo dire che Nova era una gran bella persona, il suo
era un giornalismo-letteratura”.
Sono 20 anni che Virgilio
Nova, qui in una foto che ci è rimasta particolarmente cara, non è più con noi.
Le sue ‘cronache dantesche’ deliziarono ancora per tanti anni i lettori del
settimanale. Sull’ ‘Eco’ (dove si firmava con il suo nome), aveva creato un
altro motto: ‘Ambrì ti amo’. Ma era sempre lo ‘spirito’ a svettare: “In Valle
stasera s’ode un grido gioioso che passa di vetta in vetta, fa vibrare le corde
del vento, ridà fulgore alla falce di luna che avvolta nel suo manto di stelle,
passeggia tra la cava fonda del cielo”. E ancora: “Questa valle arsa, senza
neve, mi appare nella sua deserta bellezza: il carnevale impazza per le
contrade e propone quel vuoto sugli spalti che fa stringere il cuore…”.
Giornalista-poeta, il caro
Virgilio: “Quando recita il motto di Alfieri, ‘volli e volli sempre e
fortissimamente volli’ la Valascia diventa inespugnabile”. Un ‘amore senza fine’,
il suo, per dirla con Franco Zeffirelli. Cantava: “Amici leventinesi l’ora
della verità sta per scoccare. Le guglie del Gottardo, fantasticamente lanciate
verso il cielo, sembrano canne d’organo che si apprestano per il finale della
nona di Beethoven: musiche immortali sciolte nel cielo dell’Olimpo della
gentile Leventina, valle dolcissima…”.
Giornalista per hobby, di
grande professionalità anche quando scriveva del ‘caro cugino Lugano’: “Dura
lex sed lex, la legge del più forte è dura ma è la legge a cui si deve
sottostare. Ragazzi, nel notturno vanire, racchiusi in questa Resega, è inutile
eccitarsi in diatribe filosofiche: sabato siamo apparsi un gruppo di
‘dispersi’, battuti dal vento, accecati dalla neve, fantasmi tanto simili alla
profonda immobilità della notte. Il grande Lugano ha dettato la legge del più
forte, la tifoseria leventinese si è ben presto accorta quanto fosse inutile
seguire il suo grande eroe intento a ripetere le gesta che un giorno furono già
descritte da Cervantes. Io, frammisto agli amici ho riudito quel grido
ungarettiano: ‘cessate di uccidere i morti, non gridate più, non gridate se li
volete ancora udire, se sperate di non perire’.
Virgilio Nova si è spento nel
2003 all’età di 80 anni. Nella sua Viganello aveva ricoperto la carica di
vicesindaco. Persona dall’animo nobile, anche a livello politico si era
conquistato forti simpatie.