HOCKEY
Vigilia libera, pro e contro
Cosa ne pensano i giocatori del metodo adottato ultimamente da Cereda?
Pubblicato il 06.12.2023 17:51
di Marco Maffioletti
In questi giorni si discute del fatto che l’Ambrì non si alleni alla vigilia di una partita di regular season. Era successo prima del derby, e ricapiterà domani, anche se poi dietro a queste due decisioni probabilmente si celano motivazioni differenti. Non è una pratica comune, succede di rado, d’altronde pure in Leventina non è costume. In una nostra piccola inchiesta svolta tra i giocatori di altri club, la maggior parte ci ha risposto negativamente: non è mai accaduto di non allenarsi il giorno prima di un match. Alcuni ammettono candidamente di non ricordarsi, ma di non poterlo escludere completamente. Ci sono però pure giocatori che hanno già sperimentato questo fatto. Damien Brunner ad esempio è uno di questi. Il numero 96 ci dice che gli è capitato un po’ in tutti i club elvetici dove ha giocato e a che dipendenza della situazione, questa decisione di non allenarsi alla vigilia gli è stata d’aiuto. In questi casi il warm-up mattutino il giorno della partita è un po’ più lungo, ci dice ad esempio Juraj Simek, pure lui piuttosto favorevole a questo tipo di soluzione. Pure il difensore Igor Jelovac ci ha detto che a volte capita a Losanna. Insomma, quello che attua a volte Cereda, non è certo una prima e nemmeno una sua invenzione. Magari non è così convenzionale, ma d’altronde al giorno d’oggi, con il mondo dell’hockey in continua evoluzione, è giusto adattarsi, guardare in avanti e provare ogni tanto tempistiche alternative.
L’hockey non è matematica, non esiste dunque una formula di pianificazione che ti garantisce al 100% il successo e di fatto non si può nemmeno dire quale sia quella giusta. E cosa pensano i giocatori? Anche qui i gusti sono diversi. Tra i nostri interlocutori c’è chi è scettico e dice di preferire un allenamento rispetto a un giorno libero prima della gara. Questo ad esempio è il pensiero di Alain Miéville. Ci sono però altri elementi piuttosto favorevoli a questa pianificazione e altri curiosi di poterla applicare al fine di poter giudicare. Insomma è questione di gusti, d’altronde ogni atleta, ogni persona, ha un corpo diverso e esigenze differenziate in merito agli allenamenti e ai tempi di rigenerazione. La conclusione? Forse si sta dando troppa importanza a questa decisione presa da Cereda. 
(Foto Keystone/Golay)