Sostiene
Spalletti che i giornalisti siano poco competenti: “Parlate del
nulla, non capite nulla. Il gioco non è solo con la palla. Il calcio
è altro rispetto a quello che riempie quotidianamente giornali, tv,
internet”. Afferma, l'ex giornalista Mediaset, Pistocchi: “In
tv ci vanno esclusivamente gli opinionisti-tifosi: 4/10 sono
juventini; 2/10 interisti; 2/10 milanisti; i restanti a seconda dei
casi si riferiscono a Roma, Napoli o Lazio. Si esalta solo il
risultato, anche se ottenuto con una proposta di gioco mediocre”.
Il Campionato ha il suo duello ideale: Inter contro Juve. E le
discussioni su Allegri sono ormai superate. Poco importa come gioca la sua squadra, si esalta la posizione in classifica e la
concreta possibilità di conseguire il titolo a discapito degli
acerrimi rivali. Le statistiche parlano di una formazione che
dovrebbe stare a metà classifica: per gol segnati; per possesso
palla; per tiri in porta; per angoli battuti. Eppure si trova molto
in alto, è lassù dove nessuno la pronosticava. Per anni è stata
designata come la legittima favorita, il campo ha poi decretato
altro. Ai nastri di partenza, dell'attuale stagione, era considerata come una possibile sorpresa. Tralasciando il fatto che i bianconeri hanno
il monte-ingaggi più alto della Serie A. Ma ora il torto di Allegri
si è trasformato in ragione. Tutti convinti, tutti concordi il
tecnico sta compiendo l'impresa. Ci sta riuscendo e poco importa
il modo. La Juve non vuole il pallone tra i piedi, lo lascia
all'avversario. È una squadra fisica, occupa in maniera massiccia
l'area davanti al suo portiere. Rimane ferocemente concentrata. E
colpisce inesorabilmente sulle palle ferme. I calciatori si sentono
come in missione e seguono fedeli il loro allenatore. Nessuna novità
tattica eclatante. Le ambizioni sono fintamente celate: sotto la
manifestazione di uno spirito da provinciale. Si racconta che nessuno
sappia come affrontare i piemontesi. L'Inter è avvertita: Madama è
pronta a colpire, in contropiede.
(Foto
Keystone/Bregani)