Calcio
"Ci sono calciatori che non sono fatti per sacrificarsi, ma per inventare"
Dove parla un giocatore interessato alla giocata artistica
Pubblicato il 09.12.2023 13:10
di Red.
Erano i primi anni Duemila. L'Inter aveva come tecnico l'argentino Hector Cuper. La rosa annoverava un uruguaiano: Alvaro Recoba detto El Chino. Era un trequartista fantastico, voleva sentirsi libero di essere un artista della giocata. Aveva un piede sinistro magico, potente e preciso. Ma i fantasisti, non sempre hanno il gradimento degli allenatori. E vengono tacciati di indolenza.  Ecco un dialogo tra Vieri e Recoba che rievocano quei tempi. 
Vieri: “Chino, ti ricordi gli allenamenti di Cuper? Iniziava la corsa e tu ti nascondevi nei boschi? Sparivi proprio. Poi tornavi tutto bagnato perché ti buttavi nel fiume”. Recoba: “Io con Cuper non avevo un buon rapporto , come un po' tutti. Quelli non erano allenamenti, erano esercitazioni per i Marines. Una volta mi disse: 'Tu non mi stai simpatico, perché fai finta di allenarti, quindi con me non giochi'. Io gli dissi: 'Trovami qualcuno nel mondo che è capace di fare questo'. Presi la palla, la posizionai a terra e feci un lancio di 90 metri, la palla arrivò sulla tua testa, Bobo ti ricordi?”. Vieri: “Sì, mi ricordo, mi hai fatto anche male. Sono stato tutta la sera con il mal di testa. Avevi un sinistro che potevi giocare da fermo. Mettevi la palla dove volevi. Eri un qualcosa di mai visto”. Recoba: “Cuper mi disse: 'Bravo. Lo so che puoi fare quello che ti pare con la palla, ma devi sudare'. Da quel giorno diventammo nemici. Quando giocavo facevo la differenza, ma non ero un calciatore che si sacrificava. Se mi fossi allenato di più, potevo diventare uno dei più forti di sempre, ma io volevo solo giocare. Dovevo essere libero di esprimermi dalla metà campo in su. Ci sono calciatori che non sono fatti per sacrificarsi, ma per inventare”.
(Foto Keystone/Calanni)