CALCIO
I portieri dalla presa perduta
Da anni ormai stanno infossati sulla linea di porta e sbam sbam sbam, un bagher da volley dopo l’altro
Pubblicato il 11.12.2023 17:33
di Giorgio Genetelli
Qui dovrebbe essere richiesta l’analisi dell’esperto, ma a occhio si andrebbe per le lunghe con una qualche supercazzola. E allora proviamoci da soli, almeno per il gusto, con la domanda fondamentale: perché i portieri non trattengono più il pallone in presa invece di smanacciare come a pallavolo o a calciare come se fossero circondati da lattine vuote?
Le risposte variano, dai palloni leggeri ai guanti giganti che occupano mezza porta, ma con le dita che ci ballano dentro; qualcuno azzarda perfino uno sgravio di responsabilità, nel senso che la smanacciata rifila la palla avvelenata a qualche compagno di difesa e che se la sbrighi lui, io il mio l’ho fatto.
Fatto sta che si vede di tutto, ma la presa plastica mai. Piedi allargati che neanche Garella, braccia aperte come Alfio Molina, coraggiosi volti tumefatti dai rimbalzi. E ancora: tap-in da due metri sui piedi avversari (spesso col pallone ribattuto in curva o ciccato) o che ingarbugliano il rinvio dello stopper. Eh sì, stopper di una volta, con i piedi al contrario e autogol o stinchi fracassati.
Tutto perché il portiere non trattiene e agita le braccia come un mulino immaginario contro Chisciotte. Non lo si vede più Banks, non si pretende, ma neanche il Capoferri che con noi usciva in presa sempre, anche fuori dai sedici. No, da anni stanno infossati sulla linea di porta e sbam sbam sbam, un bagher da volley dopo l’altro, o una sberla come a scacciare mosche. In aggiunta, ai portieri mutilati senza presa si chiedono palleggi pedestri e maradoniani nell’area piccola con l’avversario a due metri. Non facciamo nomi, per correttezza e anche perché tanto sono TUTTI così: alti, impacciati, avventati, smanaccianti e che cercano di gonfiarsi come i gatti per incutere timore.
Okay, dai, una risposta: non si allenano più alla presa, si chiede loro di essere ingombranti e poi vediamo cosa succede. Il brutto è che anche in giardino con i figlioletti fanno così e lo insegnano pure. Che mondo manesco.