Onore
al merito! Simone Inzaghi e i suoi ragazzi nerazzurri stanno
conquistando la serie A e non solo. Primi in campionato italiano e
qualificati agli ottavi di finale in Champions League. Simone, con quell’aria da eterno ragazzo, sembra orchestrare la sua Inter nei
modi giusti: bravi giocatori messi sullo stesso piano, a disposizione
senza bisogno di primeggiare e la squadra “vola basso” per
arrivare in alto. La sobrietà e la serietà all’ombra della
Madonnina le ha portate il DS Beppe Marotta, l’uomo chiave della
società milanese. Con lui al Meazza ogni tassello è stato messo al
posto giusto. Nel mercato estivo per un Lukaku in uscita c’è stato
un Thuram in entrata: entrambi di un certo fisico e peso specifico,
ma uno dei due più umile e nient’affatto capriccioso, figlio di un
grande giocatore e grande uomo (Lilian Thuram, ex Juve).
Tra le fila interiste avrebbe dovuto esserci un Juan Cuadrado, che vola esterno sulla fascia e te lo ritrovi pericolosamente in area spesso e volentieri: l’ha imparato alla Continassa a diventare insostituibile, in tante stagioni bianconere. Questi due soli esempi bastano a dire quanto conta essere bravi a muoversi sul mercato e l’ex Juve Marotta lo è. Niente di nuovo sotto il sole: lo aveva dimostrato a Torino ai tempi gloriosi con la Signora, e poi subito dopo, trasferito a Milano, servendo altrettanto bene anche la cugina Inter, portandogli subito in dono un Mister vincente come Antonio Conte (un altro che alla Juventus ha scritto pagine di storia). Non è stato amore a prima vista con i tifosi, è vero, ma lo scudetto se lo sono goduti comunque. Insomma il direttore sportivo alla corte di Zhang sceglie sempre il meglio, dove va va. Detto ciò però, oltre l’organico forte e ben organizzato in casa Inter c’è da guardarsi alle spalle, perché se tanto mi dà tanto l’altro allenatore che il buon Marotta avrebbe portato in nerazzurro come se non ci fosse un domani è proprio (guarda caso!) mister Massimiliano Allegri, quello che invece ha “sposato” la Signora, per ben due volte. Le prime nozze son durate cinque anni e cinque scudetti, e un paio d’anni dopo il divorzio è tornato come “certi amori che non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Max e la Juve sono la spina nel fianco dell’armata nerazzurra, secondi in classifica a quattro “sole” lunghezze, a ricordare che ci sono e ci provano a vincere lo scudetto: malgrado un Vlahovic “fantasma” che fa sparire anche i gol più facili e un Lukaku chiamato in estate al suo posto che non è mai arrivato ma sarebbe servito come il pane, malgrado tutto ciò ci provano! La lunga strada da qui a fine del campionato sarà una bella sfida fra chi ha il DNA da vincente (la Juve) e chi è più attrezzato per conquistare il titolo (l’Inter). Dallo scontro diretto nel derby d’Italia sono uscite con un pareggio, e questo ci dice che i giochi sono aperti. Entrambe hanno battuto il campione uscente, lo scudettato Napoli della scorsa stagione. Resta da capire se nella sfida al vertice fra prima e seconda giocherà un peso la Champions per la squadra di Inzaghi. Per ora ci godiamo, nerazzurri o bianconeri che siamo, il rincorrersi continuo del gatto e del topo, come fanno in quei cartoni animati Tom e Jerry: una rincorsa infinita dove non vince mai nessuno… sapendo però che qui, nella realtà, prima o poi una delle due squadre farà la fine del topo!
Tra le fila interiste avrebbe dovuto esserci un Juan Cuadrado, che vola esterno sulla fascia e te lo ritrovi pericolosamente in area spesso e volentieri: l’ha imparato alla Continassa a diventare insostituibile, in tante stagioni bianconere. Questi due soli esempi bastano a dire quanto conta essere bravi a muoversi sul mercato e l’ex Juve Marotta lo è. Niente di nuovo sotto il sole: lo aveva dimostrato a Torino ai tempi gloriosi con la Signora, e poi subito dopo, trasferito a Milano, servendo altrettanto bene anche la cugina Inter, portandogli subito in dono un Mister vincente come Antonio Conte (un altro che alla Juventus ha scritto pagine di storia). Non è stato amore a prima vista con i tifosi, è vero, ma lo scudetto se lo sono goduti comunque. Insomma il direttore sportivo alla corte di Zhang sceglie sempre il meglio, dove va va. Detto ciò però, oltre l’organico forte e ben organizzato in casa Inter c’è da guardarsi alle spalle, perché se tanto mi dà tanto l’altro allenatore che il buon Marotta avrebbe portato in nerazzurro come se non ci fosse un domani è proprio (guarda caso!) mister Massimiliano Allegri, quello che invece ha “sposato” la Signora, per ben due volte. Le prime nozze son durate cinque anni e cinque scudetti, e un paio d’anni dopo il divorzio è tornato come “certi amori che non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Max e la Juve sono la spina nel fianco dell’armata nerazzurra, secondi in classifica a quattro “sole” lunghezze, a ricordare che ci sono e ci provano a vincere lo scudetto: malgrado un Vlahovic “fantasma” che fa sparire anche i gol più facili e un Lukaku chiamato in estate al suo posto che non è mai arrivato ma sarebbe servito come il pane, malgrado tutto ciò ci provano! La lunga strada da qui a fine del campionato sarà una bella sfida fra chi ha il DNA da vincente (la Juve) e chi è più attrezzato per conquistare il titolo (l’Inter). Dallo scontro diretto nel derby d’Italia sono uscite con un pareggio, e questo ci dice che i giochi sono aperti. Entrambe hanno battuto il campione uscente, lo scudettato Napoli della scorsa stagione. Resta da capire se nella sfida al vertice fra prima e seconda giocherà un peso la Champions per la squadra di Inzaghi. Per ora ci godiamo, nerazzurri o bianconeri che siamo, il rincorrersi continuo del gatto e del topo, come fanno in quei cartoni animati Tom e Jerry: una rincorsa infinita dove non vince mai nessuno… sapendo però che qui, nella realtà, prima o poi una delle due squadre farà la fine del topo!
(Foto Keystone)