HOCKEY
Chi sorprende e chi delude...
Quali sono state le sorprese e le delusioni finora nelle due squadre ticinesi?
Pubblicato il 15.01.2024 11:07
di Marco Maffioletti
Chi è stato il miglior acquisto di Ambrì e Lugano fin qui? E il più deludente? Sono quesiti sempre delicati con risposte spesso discordanti. L’hockey non è una scienza, ognuno ha i suoi gusti e i suoi modi d’interpretare le prestazioni dei vari protagonisti. Non bisogna dimenticarsi che spesso le tipologie dei vari elementi sono ovviamente differenti. C’è chi deve segnare, chi deve difendere, chi fa il gioco oscuro e altro ancora. Ci sono inoltre altri fattori che possono influire sul giudizio, come ad esempio le aspettative o i presunti costi dell’elemento in questione. Fatta questa premessa, proviamo allora a fare questo “giochino” partendo dai bianconeri.
Probabilmente tutti si aspettano di leggere il nome di Michael Joly. Certo, il numero 88 è una delizia per gli occhi ed è decisamente un signor acquisto. Considerando però il suo biglietto da visita, quello di capocannoniere della lega finlandese, non è poi una grandissima sorpresa. Quindi preferiamo “eleggere” un atleta decisamente non atteso a un livello così alto, ovvero Jesper Peltonen (nella foto Keystone/Di Nolfi). Il figlio d’arte, il cui arrivo aveva destato più entusiasmo per via del nome che per il curriculum, ha dimostrato di essere un difensore con la D maiuscola. Offensivamente non dà chissà che impulsi, ma nelle retrovie si sta imponendo per la sua calma, la sua pulizia e il senso della posizione. Con un bel bilancio di +11 è il secondo difensore dietro a Mirco Müller in questa speciale classifica. Un’altra peculiarità di Peltonen è quella di quasi mai incappare in penalità. Appena 8’ i minuti trascorsi sulla panchina dei cattivi, cifra esigua per un difensore. Insomma, in un mercato sovente arido legato ai difensori elvetici o comunque a quelli dotati di licenza svizzera, Hnat Domenichelli ha davvero fatto un grande affare prelevando il numero 52 dal Kloten. Sempre dagli Aviatori arriva la delusione. Da Arttu Ruotsalainen ci si attendeva molto di più. 5 reti e 7 assist in 34 partite non è un bilancio edificante per uno come il finlandese. L’impegno non è mai mancato e neppure le attenuanti: la malattia estiva lo ha debilitato e non gli ha consentito di presentarsi al meglio. Spesso l’attaccante ha avuto tanta sfortuna, resta però innegabile che da Ruotsalainen ci si aspettava un impatto ben più determinante. La speranza è che il nativo di Oulu si sblocchi completamente sul più bello quando il campionato entrerà nella sua fase decisiva. Il talento lo ha eccome.  
Passiamo ora all’Ambrì. La palma del miglior acquisto spetta a Tommaso De Luca. Davvero un peccato l’infortunio patito ai Mondiali giovanili con l’Italia a dicembre. In 26 partite il 19enne ha saputo iscrivere già 12 punti e ha avuto un grande impatto al vero debutto tra i grandi. L’attaccante ha dimostrato grande personalità, duttilità e un talento fuori dal comune ed è riuscito a ritagliarsi un grande spazio nonostante la concorrenza non sia poca. Notevole pure il suo coraggio nel cercare a volte la giocata pregevole, quella di prestigio insomma. È stato inoltre intelligente a non abbattersi mai, anche quando a volte è finito in soprannumero, specialmente a inizio campionato. Impressionante, infine,  la sua capacità nel sapersi adattare ai vari ruoli, sia al centro che all’ala. De Luca ha tutti i requisiti per poter fare una gran bella carriera. Dalle note positive a quelle negative: Sono tre in sostanza i biancoblù a entrare in considerazione: Eggenberger, Brüschweiler e Dauphin. Il primo non sembra riuscire a fare quel salto di qualità nemmeno ad Ambrì. Quotatissimo in età giovanissima e considerato una sorte di “nuovo” Niederreiter, il grigionese è sì un solido giocatore di NL, ma non sembra in grado mantenere le promesse riposte in lui. È lontano dal diventare un elemento dominante e quest’anno compirà “già” 25 anni. Il secondo era una sorta di scommessa. Ha avuto pochissimo spazio, a volte ha fatto intravedere qualche sprazzo interessante di gioco, prima di essere poi girato in prestito a Visp. Infine il canadese: dopo un inizio molto promettente, si è decisamente spento in concomitanza con il brutto episodio di Rapperswil entrando in una sorte di circolo vizioso dannoso. Anche ad esempio a Friborgo nel weekend appena concluso la sua mancanza di disciplina è costata cara all’Ambrì. Pure agli ingaggi, specialità in cui lo si attendeva ai massimi livelli, non sta facendo benissimo: ne ha vinti “solamente” il 50.29%. Non malissimo, ma lontano ad esempio dal 60% di Knight, dal 58% di Malone o dal 55% di Nordström. Considerando il suo status di straniero è dunque fin qui Dauphin il prescelto in qualità di maggiore delusione.