IL LUGANOLOGO
I bianconeri hanno tutto per stupire ancora
Tre stranieri cosi forti non c'erano dal 2006, anno dell'ultimo titolo
Pubblicato il 13.04.2021 04:51
di Doriano Baserga
Ci siamo. Finalmente play-off! Il Lugano debutta stasera alla Corner Arena contro quel Rapperswil che ha acciuffato i play-off meritatamente estromettendo il blasonato Bienne di Brunner e Cunti. 
Dunque massima allerta per Fazzini e compagni poiché in stagione i punti conquistati in campionato sono stati 9 su 18: insomma, perfetta parità.  
Partire con il piede giusto significherebbe mettere subito in chiaro le velleità di passaggio del turno per un Lugano che per ciò che si è visto nel finale di stagione ha il potenziale per andare lontano.
La sfida non è certo di quelle super affascinanti ma i sangallesi meritandosi la qualifica non avranno nulla da perdere e questo potrebbe creare qualche insidia ai bianconeri. Si sa quanto una mente sgombra possa essere importante in sfide del genere.
Pelletier recupera Lajunen, un rientro importante per l’equilibrio del gioco tra difesa e attacco. Il finlandese è un giocatore recuperato completamente sia fisicamente che mentalmente, anche grazie alla fiducia del técnico, che gli ha dato un ruolo specifico all’interno dello spogliatoio e sul ghiaccio.
Oltre al finlandese il Lugano potrà contare anche su un trio di stranieri non da poco. Mark Arcobello, Tim Heed e Mikkel Bodker formano un terzetto che da anni Lugano si sognava. Oseremmo dire dall’ultimo titolo bianconero targato 2006. Allora i nomi erano quelli di Ville Peltonen, Petteri Nummelin e Gren Metropolit che fecero la differenza portando la mentalità vincente, quella che permise di staccare il settimo sigillo nazonale.
Ebbene gli attuali tre assomigliano a quei magnifici tre… Heed segna come Nummelin ma gioca ancora meglio difensivamente rispetto all’indimenticato no.33. Arcobello ha la classe e le caratteristiche di Peltonen. Uomo squadra, giocoliere con il disco, sa difendere e attaccare con una visione di gioco impressionante. Vede con largo anticipo il passaggio millimetrico per il compagno. Tanta roba insomma.
Boedker un po’ ci ricorda Metropolit poiché ha in comune una innata naturalezza per questo sport e la facilità di inventare anche capolavori non comuni e che non ti aspetti in una partita.
A questa solida base straniera aggiungiamoci l’appoggio di Luca Fazzini in stato di grazia e alla sua miglior stagione in assoluto e un roster che si è vieppiù cimentato col passare dei mesi attorno al suo timoniere Serge Pelletier.
Tutti sono con il tecnico e il suo staff e questo significa grande ambiente nello spogliatoio. A volte questa chimica sa fare dei miracoli. E crediamoci tutti nell’impresa impossibile che può diventare... possibile.