HOCKEY
Oltre la sfortuna ci sono gli uomini
Ambrì e Lugano si affrontano questa sera dopo giorni difficili: chi reagirà meglio?
Pubblicato il 26.01.2024 11:01
di L.S.
Reagire alle avversità. Lo si fa tutti i giorni. Davanti ai problemi, piccoli o grandi che siano, bisogna guardare avanti. A volte è dura, durissima, ma in fondo, è anche il bello della vita. Riuscire a superare gli ostacoli, capire che le difficoltà ti rendono più forte.
Nello sport c’è chi dice che “non si perde, ma si impara”. Frasi che a volte servono a mo’ di giustificazione, è vero, ma che spesso hanno un fondo di verità.
Ambrì e Lugano stanno attraversando momenti particolari, soprattutto dal lato emotivo.
Sì, perché se da un punto di vista tecnico una soluzione la si trova (quasi) sempre, lavorare sulla mente è molto più difficile. E soprattutto delicato.
Ad Ambrì, dopo una Spengler che, checché se ne dica, ha lasciato qualche traccia, i risultati stentano ad arrivare. Una vittoria soltanto in questo 2024, eppure la squadra non sembra aver abdicato dal punto di vista dell’impegno e dell’agonismo. Anzi.
La partenza di Formenton, un rischio che il club leventinese si era coscientemente assunto, priva la squadra del suo miglior giocatore. E sicuramente tra i più in forma e decisivi del campionato.
Nel momento in cui stava arrivando all’apice del suo rendimento, il numero dieci ha preso l’aereo ed è tornato in Canada, per affrontare una vicenda che rischia di complicargli la vita. “In dubbio pro reo”, com’è giusto che sia, ma con una simile spada di Damocle sulla testa, non dev’essere proprio facile convivere. E giocare.
Spesso, senza il proprio leader (o il giocatore più decisivo), le squadre reagiscono sorprendentemente bene, soprattutto all’inizio. Il gruppo viene assalito da una voglia di compattezza, e facendo fronte comune, riesce a tirar fuori delle prestazioni impensabili.
Ecco, la partenza di Formenton, paradossalmente, per l’Ambrì potrebbe rivelarsi un punto da cui ripartire. Quella voglia di stupire, di tornare a soffrire tutti assieme, per un compagno che non c’è più (almeno per il momento) e per cui fanno tutti il tifo. Anche dall’altra parte dell’oceano.
Stasera è il momento, dopo un inizio d’anno sottotono, di tirar fuori quell’orgoglio che deve servire per non farsi risucchiare in una posizione di classifica troppo complicata. L’alibi Formenton, a quel punto, servirebbe a ben poco.
E a Lugano? I bianconeri sono rimasti scioccati dall’infortunio, visivamente brutto, di Morini, uno dei giocatori che meglio incarnano lo spirito battagliero di una squadra che in certe occasioni è sembrata un po’ fragile.
Brava quando va tutto bene, un po’ in difficoltà di fronte il destino si diverte a cambiare le proprie carte.
Senza Schlegel, fuori per almeno un paio di mesi, alla Corner Arena si lavora alacremente per cercare una soluzione svizzera. Altrimenti bisognerà privarsi di uno straniero di movimento. E in questo momento, in cui si lotta per un posto tra le prime sei, potrebbe rivelarsi un pesante handicap.
Gianinazzi, che a differenza di Cereda, prima dei derby parla, non cambia il suo atteggiamento di fronte ai microfoni. Anche quando le cose sembrano complicarsi, ostenta un frasario che sembra un libro stampato. Con dei concetti che furbescamente non regalano mai un titolo o una dichiarazione sensazionale. Mai. Anche questa è una virtù. E forse, spiega la maturità di un ragazzo di 30 anni che riesce a fare questo lavoro così difficile.
Anche lui, però, sarà giudicato dai risultati, e la sfortuna, che sembra aver colpito la squadra in questa stagione (che ci sia qualcosa nell’aria in quella zona di Lugano?), alla fine non servirà a giustificare un’eventuale delusione.
Ecco perché il derby di questa sera, ancorché non decisivo, sembra già maledettamente importante.
Perché oltre ai tre punti, potrebbe influenzare il futuro delle due squadre.
(Foto Putzu)