HOCKEY
Il destino beffardo attende sulla... porta
Schlegel infortunato, Koskinen espulso, Fatton che si riscatta: a Lugano succede di tutto
Pubblicato il 27.01.2024 10:02
di L.S.
È proprio vero che non è mai detta l’ultima parola.
Chi avrebbe immaginato che Thibault Fatton, che soltanto tre giorni prima contro il Ginevra sembrava lontano dal poter difendere una porta di National League, sarebbe riuscito a trasformarsi nell’”eroe” bianconero?
Sì, perché ieri sera, entrare in quel modo, dopo il peso dei dubbi e delle critiche che gli sono piombati addosso, non dev’essere stato facile.
La scelta di Koskinen, ovvia in questo momento di emergenza, e la frenetica ricerca di un portiere svizzero da parte del DS Domenichelli, avrebbero potuto togliere ulteriori certezze al 22.enne portiere, da sei lunghe stagioni a Lugano.
Invece, con l’apparente tranquillità di un portiere scafato, che sapeva ciò che faceva, accompagnato da una calma olimpica, Fatton ha disputato la partita perfetta. Senza sbavature, con una sicurezza sorprendente anche quando aveva il disco sul bastone. Come se fosse riuscito a dimenticare completamente la partita contro il Ginevra. Un pregio, quello di lasciarsi alle spalle gli errori, anche grossolani, che soltanto i grandi sportivi possono vantare.
E così, un po’ per caso, il Lugano si ritrova forse tra le mani un ragazzo che potrà ancora venirgli utile in questa stagione un po’ maledetta.
Già, perché chi avrebbe mai pensato che Koskinen, su cui i bianconeri facevano particolare affidamento dopo l’infortunio di Schlegel, venisse addirittura espulso? Una cosa, tra l’altro, che nell’hockey succede raramente, per non dire mai.
Invece il destino, decisamente bizzarro, ha punito severamente il 35.enne finlandese, che fino a quel momento aveva disputato un’ottima partita
Gravissima la sua totale mancanza di affidabilità, così come quel senso di responsabilità che è venuto meno in un momento in cui la sua squadra e i suoi compagni, avrebbero avuto tanto bisogno di lui.
La serata di ieri sera ci ha insegnato ancora una volta che nello sport non c’è nulla di scritto e che ogni partita, ogni momento, può determinare una svolta impensabile.
Poi c’è chi impara e chi no. Ma questa è ancora un’altra storia.
(Foto Keystone/Golay)