CALCIO
Xavi alza bandiera bianca
Il tecnico del Barcellona annuncia l'addio a fine stagione: qualche giorno fa era toccato a Klopp
Pubblicato il 28.01.2024 10:18
di L.S.
Sono momenti difficili per gli allenatori delle grandi squadre. Solo pochi giorni dopo l’annuncio di Klopp, che a fine stagione lascerà il Liverpool, ieri sera è toccato a Xavi, tecnico del Barcellona.
La sconfitta interna contro il Villareal è stata forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso, anche se lo stesso tecnico ha confessato ieri sera in conferenza stampa, che stava pensando a questa soluzione ormai da qualche giorno.
Lascerà la panchina blaugrana a fine stagione, non adesso. Forse per non mettere ulteriormente in difficoltà un club che ha già a che fare con tanti altri problemi (economici e arbitrali) e che probabilmente non ha nemmeno pronta un’alternativa. Per il futuro i dubbi sono tra un allenatore con un curriculum importante o il tecnico della seconda squadra, il messicano Rafa Marquez.
Un’uscita, quella del tecnico catalano, concordata con la società e soprattutto con il suo presidente Laporta, che ha deciso così di abbandonare quello che sulla carta era l’affascinante progetto Xavi.
Laporta sperava di poter rivivere l’esaltante epopea di Guardiola, ma in questo periodo storico, soprattutto senza un fenomeno come Messi e con una situazione societaria ancora da sistemare, era difficile pretendere.
È prematuro tirare un bilancio dei quasi tre anni di Xavi a Barcellona, anche perché la stagione non è ancora finita, ma è chiaro le premesse di "vittorie e spettacolo" non sono state mantenute. Anche se la scorsa stagione ha comunque portato a casa un titolo che nessuno potrà mai portargli via.
Sicuramente il Barcellona ha sofferto anche il fatto di dover giocare temporaneamente le sue partite casalinghe nel piccolo stadio Montjuic, in attesa che il nuovo Nou Camp venga ultimato. Uno stadio, a differenza del suo storico impianto, che non è in grado di  “terrorizzare” gran parte dei suoi avversari.
Dal punto di vista tecnico Xavi ha cercato di dare un’identità alla sua squadra, facendo leva sul suo credo calcistico, ma soprattutto dal punto di vista dell’equilibrio difensivo, ha decisamente fallito.
È invece stato bravo e coraggioso (ma forse non aveva molte altre alternative), a lanciare in prima squadra giovani interessanti come Yamal (fortissimo), Gabi, Pedri, Fort, Guiu o Fermin. Un gruppo di ragazzi che rappresenterà probabilmente l’ossatura del Barcellona del futuro.
Bisogna riconoscere a Xavi, da uomo intelligente qual è, di aver capito abbastanza velocemente che il suo momento era ormai finito e che anche i tifosi, che lo avevano accolto come il salvatore della patria, gli stavano voltando le spalle. Ci sarebbe stato bisogno di un appoggio incondizionato da parte della dirigenza, cosa che invece non è avvenuta.
E ieri sera, il suo "verguenza" (vergogna) scaricato in faccia alla telecamera, dopo un rigore cancellato alla sua squadra, è sembrato lo sfogo, per non dire la resa, di chi stava dimostrando di non farcela più. Soprattutto dal punto di vista mentale.
Stanco, svuotato e sicuramente meno vincente e meno rimpianto di Klopp, lascerà la panchina del Barcellona con il punto interrogativo di una carriera, a questo punto, tutta da ridisegnare.
(Foto Keystone)