È finita a reti inviolate la
tanto attesa sfida tra granata e bernesi. Un punto che fa morale, come è stato
fatto rilevare anche da queste colonne, ma non classifica. Per noi si tratta anzi
di 2 punti persi contro una squadra apparsa poco lucida, tanto da giocare i
primi 20-25 minuti arroccata nella propria metà campo. Poteva finire anche
peggio, è vero, quando Iacobucci, al quarto d’ora, è uscito di nuovo a cercare
farfalle (è recidivo!). Questo 0-0 non è però da imputare al ‘portierone’ (ci
mancherebbe!) che al 44’ ha salvato
baracca e burattini con una grande parata su una gran botta che poteva
veramente fare male.
Di reti, purtroppo, non se ne
sono viste, né da una parte né dall’altra. Di positivo, per il Bellinzona, c’è
che la difesa di fronte a un attacco che è un’autentica macchina-gol non è mai
andata in sofferenza. Al contrario del centrocampo, qua e là in difficoltà
anche quando si spingeva al massimo. E l’attacco? Un paio di ‘incornate’ al
cielo… Al suo debutto Benguché non ha certamente incantato. Lo abbiamo visto
districarsi in difesa (!) in inizio di ripresa (49’) quando ha buttato fuori
dall’area una palla insidiosa. Ce l’aspettavamo, ‘gonfiati’ dal suo biglietto
da visita, pericoloso ‘crossatore’, tiratore, ‘cannoniere’… La manovra, negli
ultimi 20-30 metri si è vivacizzata solo quando Neelakandan, baby bomber, nel
finale è entrato al posto dell’honduregno, forse a corto di fiato. Il rammarico
è che il primo tempo nonostante una netta superiorità non si sia tradotta in
qualcosa di concreto. Nella ripresa la musica è cambiata, il gioco è passato in
mano agli uomini di Lustrinelli ma di veri e propri pericoli Iacobucci non ne
ha corso (come è stato per il cerbero bernese Matic, un paio di interventi di
normale amministrazione in 93 minuti). “Missione compiuta” – ha
dichiarato Mauro che a fine gara ha
formato attorno a sé un capannello di
amici e tifosi. Ci è sembrato soddisfatto.
“Alla vigilia c’erano
diversi punti di domanda – dichiara Mihajlovic (tra i migliori con Lamy,
Rodrigues e Chacon: l’uruguagio non raccoglie sempre giudizi positivi, ma chi
lo critica è in errore - ci siamo anche noi. Corre, si danna l’anima per
novanta minuti: avessero tutti polmoni d’acciaio come lui, probabilmente le cose
andrebbero meglio, soprattutto a centrocampo). Infatti Mihajlovic precisa: “Avevamo
diverse assenze a centrocampo, era un po’ nuovo… Il Thun è una squadra molto
forte, ce la siamo comunque giocata, dobbiamo prendere questo punticino come
molto positivo”.
Eh sì, un punticino! Miguel
Rodrigues non è di questo avviso: “Chiaramente volevamo i 3 punti, sapevamo però
di non avere un compito facile. Siamo entrati molto bene in partita, abbiamo
giocato su ottimi livelli, nel secondo tempo abbiamo giocato meno a calcio:
sono d’accordo nel dire che il nostro primo tempo è stato decisamente migliore.
La partita è diventata complicata anche perché siamo un po’ calati”.
Due punti, checché se ne è
detto e si dirà, persi. Solo secondo noi? L’annunciato treno per la promozione
non è partito dalla stazione di Bellinzona. D’accordo che può ancora succedere
di tutto. Ma stiamo coi piedi per terra.
Rimane la soddisfazione di
una buona prestazione, il gioco è cresciuto. Ancora Rodrigues: “Rispetto
alle due precedenti partite con i bernesi (6 reti subìte, ndr) la difesa
ha fatto passi da gigante”. Verissimo. Manca però sempre la ‘ciliegina’
sulla torta (il gol)!
Due parole, per concludere,
sull’arbitraggio. Huwiler ha estratto a due riprese il cartellino giallo in
direzione della panchina granata (la seconda volta all’indirizzo di Manuel
Benavente, Mauro Lustrinelli non si è visto una sola volta sbracciare). Non è
stata una bella cosa da vedere. Si potrà dire che la maggior parte degli
interventi del direttore di gioco sia stata a sfavore dei granata (è stato
tirato in ballo nel dopopartita anche un presunto calcio di rigore in area del
Thun), però quello dell’allenatore spagnolo è da considerare un ‘segnale’
negativo. Di Huwiler conosciamo alcuni precedenti, non solo al Comunale di
Bellinzona. Ci limitiamo a dire che sabato il buon David non si è caricato di
decisioni importanti. Ha senz’altro sbagliato meno del solito.
Un’ultima annotazione. Nonostante
la serata gelida è stato un bello spettacolo vedere gli spalti con molte più bandiere
dell’ACB (1904-2024: sono attesi grandi festeggiamenti!) sventolare in segno di
saluto alla squadra.
(Foto Keystone)