Il
calcio, in fondo, è una cosa semplice. Quindi, a fine gara, abbiamo
chiesto a Mattia Croci-Torti perché, in presenza di una squadra
avversaria che chiudeva gli spazi, non si sia fatta una cosa ovvia:
cercare il gol col tiro da fuori. La risposta è stata laconica: alla
squadra è mancata la fiducia per farlo. Lo
hanno già scritto altri, ma è un dato di fatto oggettivo che il
Lugano, ieri, abbia disputato una prestazione quantomeno povera di
spunti e assolutamente sottotono. Certo, si può recriminare magari
su un arbitraggio poco coraggioso (i giocatori già ammoniti come
Abrashi non sono autorizzati ad andare avanti a picchiare gli
avversari, per dire, visto che l'ammonimento dovrebbe indurli invece
a un atteggiamento più prudente, anche se ricevuto al 35'); tuttavia
crediamo che, nella prestazione di ieri sera, vada salvato solo il
punticino. Dietro, tra l'altro, il Basilea sta risalendo di gran
carriera: e, sabato sera, la truppa ticinese sarà proprio ospite dei
renani al St Jacob mentre, iin quello successivo, riceverà la
capolista YB a Cornaredo. I ticinesi continueranno il proprio cammino
andando a far visita al Servette (che ieri ha espugnato San Gallo),
per poi vedersela in casa con lo Zurigo, prima di chiudere febbraio
con la sfida di Coppa sempre a Basilea contro l'ex Celestini:
insomma, ci si gioca la stagione in un pugno di settimane.
Intendiamoci: il cammino di febbraio sarebbe stato comunque durissimo
anche vincendo ieri sera. Ma quello che preoccupa è la prestazione.
Tanti palloni passati all'indietro senza cercare l'uno contro uno in
attacco, ritmo basso, anticipi da parte degli avversari, appoggi
sbagliati, un altro infortunio (Cimignani, apparso ieri l'unico, a
inizio gara, con un passo diverso da quello dei compagni). Resta poi
il dilemma della fascia destra: Espinoza, subentrato al francese, è
stato poi sostituito prima del novantesimo. Il Crus ha detto che
serviva cambiare atteggiamento, in quella zona del terreno verde, con Steffen
(non in perfette condizioni) in campo. Ci sta: però, resta il fatto
oggettivo è che il numero 6 non abbia offerto, ancora una volta,
quella prestazione che ci si aspettava da lui, sia in fase di
contenimento che di supporto all'attacco. Celar, a parte il gol
annullato per tocco di mano (forse frettolosamente, e su segnalazione
del guardalinee: ma il VAR ha confermato, e l'arbitro non ha rivisto)
non è riuscito a incidere: questa volta era solo in avanti (Vladi ha
scontato una squalifica), anche
se Mahou, dietro di lui, è stato uno dei pochi
a provare a saltare l'avversario. Però lo sloveno, nell'unico spunto
in velocità targato Steffen-Valenzuela, ha mancato l'appoggio al
compagno che aveva dettato il passaggio. Serataccia anche per lui,
che pure era atteso alla riconferma, dopo la ottima prova di San
Gallo, domenica scorsa. In definitiva, una squadra stanca e
preoccupata dalla propria mancanza di ritmo. La speranza è che
ritornino in forma giocatori chiave, anche se dover fare a meno di
elementi come Bottani (uno che in partite come quella di ieri sarebbe
servito come il pane) e Doumbia in mezzo e davanti alla difesa (al
netto di Sabbatini, ieri squalificato) vuol dire perdere tantissimo.
Il problema è che, visto il calendario, potrebbero rientrare troppo
tardi per raddrizzare la baracca. Serve, insomma, un cambio di rotta.
E, magari, non solo da parte di chi sta in panchina il quale, in
fondo, cucina con quello che trova in dispensa. Perché, come
dicevano i nostri vecchi, la botte dà il vino che ha.
(Mattia Croci-Torti con Bruno Berner, tecnico del GC, nella foto Keystone/Crinari)