Il
poeta lo ha cantato: “all'uom fatale” spetta ora la “polvere”,
ora “l'altar”. Lo sport italiano langue, è rimasto indietro,
mentre gli altri corrono, arranca stanco e debilitato. Non ha né
progetti né visioni. Procede per inerzia e non ha la forza per
adeguarsi ai tempi: mancano strutture; mancano dirigenti all'altezza;
mancano i soldi. È preda della politica, che lo usa, lo consuma, lo
adopera per la sua propaganda. È la società dello spettacolo e poco
si può fare. Ma le vie dell'esistenza sono infinite e parafrasando
un famoso siciliano: la vita è continuamente mobile e il destino è
un burlone. All'improvviso il Paese ha scoperto Jannik Sinner. Il
giovanotto ha interrotto un digiuno di Slam che in campo maschile
proseguiva dalla vittoria di Panatta a Parigi nel 1976. È esploso il
giubilo nazionale. La vittoria è di quelle prestigiose, il tennis ha
una popolarità mondiale. La disciplina si trova in una fase di
interregno, si cercano nuovi eroi che sappiano sostituire la
magnifica triade, in verità la missione è impossibile. Specie uno
come Federer, in ragione del suo straordinario e immenso talento, è,
al momento e probabilmente per svariati anni, introvabile. Il calcio
italiano recita esclusivamente sul palcoscenico locale, rimane solo
l'inesauribile e stantio tifo degli appassionati. Ma Sinner ha
proiettato il Bel paese nel villaggio globale, la sua carriera è
solo all'inizio, ha solo un potenziale avversario: Alcaraz. Tutto
bene, tutti felici. Macché. Il giovanotto ha opposto un dantesco
“gran rifiuto” e ha declinato un invito nazional-popolare:
scendere le scale del Festival di Sanremo. È poi arrivata una
polemica facile da montare e fomentare: Sinner non ha la residenza in
Italia, vive a Montecarlo perché “si sente come a casa”. Il
patriottismo colpito e affondato. Che fare? Nulla può la ferula dei
moralisti. La popolarità del tennista non si può fermare. La sua
immagine pubblica è troppo forte, è inattaccabile. La Penisola
intera ha bisogno di lui, è un vessillifero di cui non può fare a
meno. Presto ci sarà la terra rossa di Parigi e poi arriverà l'erba
verde di Londra. Un tempo si era tutti Tomba, ora è acclarato si è
tutti Sinner. E l'Italia è salva.
(Foto Keystone/Medichini)