Tennis
Sinner, Sanremo e le tasse
Dove si parla di un tennista diventato eroe nazionale
Pubblicato il 02.02.2024 07:52
di Aristide Lorenzi
Il poeta lo ha cantato: “all'uom fatale” spetta ora la “polvere”, ora “l'altar”. Lo sport italiano langue, è rimasto indietro, mentre gli altri corrono, arranca stanco e debilitato. Non ha né progetti né visioni. Procede per inerzia e non ha la forza per adeguarsi ai tempi: mancano strutture; mancano dirigenti all'altezza; mancano i soldi. È preda della politica, che lo usa, lo consuma, lo adopera per la sua propaganda. È la società dello spettacolo e poco si può fare. Ma le vie dell'esistenza sono infinite e parafrasando un famoso siciliano: la vita è continuamente mobile e il destino è un burlone. All'improvviso il Paese ha scoperto Jannik Sinner. Il giovanotto ha interrotto un digiuno di Slam che in campo maschile proseguiva dalla vittoria di Panatta a Parigi nel 1976. È esploso il giubilo nazionale. La vittoria è di quelle prestigiose, il tennis ha una popolarità mondiale. La disciplina si trova in una fase di interregno, si cercano nuovi eroi che sappiano sostituire la magnifica triade, in verità la missione è impossibile. Specie uno come Federer, in ragione del suo straordinario e immenso talento, è, al momento e probabilmente per svariati anni, introvabile. Il calcio italiano recita esclusivamente sul palcoscenico locale, rimane solo l'inesauribile e stantio tifo degli appassionati. Ma Sinner ha proiettato il Bel paese nel villaggio globale, la sua carriera è solo all'inizio, ha solo un potenziale avversario: Alcaraz. Tutto bene, tutti felici. Macché. Il giovanotto ha opposto un dantesco “gran rifiuto” e ha declinato un invito nazional-popolare: scendere le scale del Festival di Sanremo. È poi arrivata una polemica facile da montare e fomentare: Sinner non ha la residenza in Italia, vive a Montecarlo perché “si sente come a casa”. Il patriottismo colpito e affondato. Che fare? Nulla può la ferula dei moralisti. La popolarità del tennista non si può fermare. La sua immagine pubblica è troppo forte, è inattaccabile. La Penisola intera ha bisogno di lui, è un vessillifero di cui non può fare a meno. Presto ci sarà la terra rossa di Parigi e poi arriverà l'erba verde di Londra. Un tempo si era tutti Tomba, ora è acclarato si è tutti Sinner. E l'Italia è salva.
(Foto Keystone/Medichini)