OFFSIDE
Lugano, tra mercato e strategie
Il club bianconero non ha fretta di muoversi e Croci-Torti cerca nuove soluzioni
Pubblicato il 02.02.2024 09:37
di L.S.
A Lugano si attende ancora il terzino destro, colui che dovrebbe rimpiazzare il partente (per Chicago) Allan Arigoni. Le parole di ieri sera pronunciate a Fuorigioco dal direttore sportivo Carlos Da Silva spiegano bene la situazione: “Il mercato invernale non è facile e se non incontriamo il profilo perfetto, restiamo così”.
Una frase con la quale, il responsabile del mercato invernale bianconero, mette decisamente le mani avanti, facendo capire che la sostituzione di Arigoni non è una priorità. E, forse, nemmeno una necessità.
Budget che non lo permette o semplicemente la volontà di puntare su qualche altro giocatore, come El Wafi, che sta facendo piuttosto bene in questo inizio di campionato?
La verità è che, senza l’arrivo di un altro esterno di difesa, Croci-Torti si troverà costretto (come da lui confermato in conferenza stampa dopo il pareggio contro il Grasshoppers) a inventarsi un “nuovo” Lugano.
Il tecnico deve aver percepito, dalle discussioni con la dirigenza, che difficilmente otterrà ciò di cui ha bisogno e allora sta iniziando a pensare a nuove soluzioni. Qualcosa che, conoscendo il personaggio, e la sua continua voglia di stupire, non dovrebbe spaventarlo più di tanto.
Anche in una stagione in cui il suo spogliatoio è stato martoriato dagli infortuni.
Certo, questo immobilismo sul mercato, stride, secondo qualcuno, con le ambizioni di inizio stagione sbandierate proprio dallo stesso direttore sportivo Da Silva. Parole che avevano fatto credere a un Lugano che volesse veramente lottare per il titolo, dopo aver ottenuto due finali di Coppa svizzera.
E invece, la realtà, è che la proprietà bianconera, almeno per il momento, ha altre priorità.
Su tutte quella della valorizzazione dei giocatori, della crescita del suo settore giovanile e della costruzione dello stadio.
Tutti si ricorderanno le parole del CEO Blaser, che dopo la vittoria della Coppa, parlò di un successo “arrivato troppo presto”.
Una frase che in quel momento stupì tutti, ma che a distanza di un paio di anni si inserisce perfettamente nel contesto di crescita di una società che non sembra avere fretta di vincere e che preferisce affidarsi a una visione a lungo termine.
Una filosofia rispettabilissima in una piazza come Lugano, anche perché questa proprietà, giusto ricordarlo, ha già investito una cinquantina di milioni.
Giusto dunque essere ambiziosi, fare proclami che escludano cali di tensione da parte della squadra, ma è importante che all’interno del club si valuti attentamente cos’è realmente successo (e cosa accadrà) quest’anno. A tutti i livelli.
Per evitare che qualcuno paghi per errori non suoi.
(Foto Keystone/Agosta)