Parafrasando
il poeta Roberto “Freak” Antoni “Si dice che una volta toccato
il fondo non puoi che risalire” anche se il rischio è quello di
“cominciare a scavare”. La satira smaschera l'ipocrisia della
realtà, dissacra una presunta certezza, provoca e fornisce uno
sprazzo di verità. La Coppa d'Africa sta per concludersi, domenica ci sarà la
finale. Si gioca in Costa d'Avorio, gli organizzatori hanno investito
oltre un miliardo di dollari per allestire la manifestazione. Il
cammino dei padroni di casa è ai limiti dell'incredibile. Proietta
il calcio in una dimensione “magica”, in una zona dove tutto è
possibile. Hanno rischiato una clamorosa eliminazione nel girone, poi
negli ottavi e infine nei quarti. Hanno danzato sul baratro, ma non
sono precipitati. E quando la caduta sembrava inesorabile, ecco che i
giocatori sono stati sempre capaci di rialzarsi. Spiega Franck
Kessié: “Un fantasma non può avere paura”. Ma la Costa
d'Avorio non è una squadra fantasma, ma una formazione che riesce a
ritornare, non si fa travolgere dalla disperazione, ma si fa forza
con la speranza. Gli appassionati hanno sospeso le critiche, le
polemiche e ora sono accaniti tifosi: increduli per quello a cui
stanno assistendo. Cosa è successo. Inizia il girone: la Costa
d'Avorio batte la Guinea Bissau per 2-0; poi arriva la sconfitta per
1-0 contro la Nigeria; nella terza partita bastava un pareggio contro
la Guinea Equatoriale, ma è arrivata una sconfitta per 4-0. Ecco la
catastrofe: 3 punti in classifica, differenza reti di -3, poche
possibilità di essere ripescati tra le migliori terze. Ma il
miracolo è arrivato e altre squadre sono riuscite a fare peggio.
Intanto l'allenatore Jean-Louis Gasset (settantenne), senza alcuna
esperienza del calcio africano, è stato licenziato. Squadra affidata
a Emerse Faé (quarantenne) che non hai allenato in prima persona.
Arriva l'ottavo contro il fortissimo Senegal, che passa subito in
vantaggio; il pareggio arriva nei minuti finali su rigore, e ai
rigori viene conquistato il passaggio del turno. Arriva il quarto di
finale contro il solido Mali, quest'ultimi sbagliano un rigore;
rimangono in superiorità numerica e passano in vantaggio; il
pareggio arriva al 90esimo minuto; si va ai supplementari e i padroni
di casa segnano al 120esimo minuto. Il gol della vittoria è di
Diakité (di tacco), dopo la marcatura si toglie la maglietta, è
ammonito per la seconda volta ed espulso. Ora l'intero paese vive un
sogno: la semifinale è stata vinta, la finale è prossima. La squadra pare essere nelle grazie di Eupalla.
Calcio
Costa d'Avorio, prima la disperazione e poi la speranza
L'inimmaginabile cammino dei padroni di casa nella Coppa d'Africa