CALCIO
La "guerra" per i giovani è iniziata
In Svizzera si vive un clima ostile tra le varie società per accaparrarsi i migliori talenti
Pubblicato il 09.02.2024 10:56
di L.S.
È ormai guerra aperta nel calcio svizzero.
Si lavora, si lotta e soprattutto ci si scanna, con tutti i mezzi, per accaparrarsi i migliori giovani (minorenni) del nostro calcio. È così da sempre? Sì, certo, ma ultimamente la lotta sembra essersi inasprita, con colpi sotto la cintura.
Negli scorsi giorni è uscita la notizia che il nuovo Direttore sportivo dello Zurigo Malenovic si sarebbe arrabbiato non poco (usiamo un eufemismo) con un giovane giocatore (attaccante dell’Under 16) che avrebbe deciso di lasciare il club per andare al Basilea.
Al di là della notizia di cronaca, quello che è certo, è che tra i vari club, e soprattutto tra quelli che vantano nel loro organigramma dei manager (o ex), è ormai scoppiata un’autentica guerra.
Il presidente dello Zurigo Canepa, affidando a Malenovic il ruolo di direttore sportivo, ha abbracciato una filosofia diversa da quella che, apparentemente famigliare, lo aveva accompagnato in passato. Forse si è accorto che per competere su un mercato sempre più competitivo e spietato, c’è bisogno di gente abituata a navigare in quel tipo di acque.
Malenovic, che aveva fondato la Soccer Mondial, per poi fusionare con la VPA Sport International, dopo il passaggio allo Zurigo ha abbandonato ufficialmente la società, lasciando contemporaneamente i mandati dei giocatori che gestiva, tra cui il ticinese Marchesano.
Facile capire però che gli agganci che Malenovic si è creato negli anni scorsi, gli verranno particolarmente utili adesso che lavora per lo Zurigo. E in fondo è quello che voleva Canepa, che con l’ingaggio dell’ex manager, si è di fatto seduto al tavolo dei “duri”.
Il Basilea è addirittura di proprietà di David Degen, il cui fratello Philip con la sua agenzia, la SBE, “controlla” una ventina di giocatori di Super League. Così come la VPA, ex controllata appunto da Malenovic.
Facile intuire perché tra due ci sia in atto uno scontro in piena regola per accaparrarsi i migliori giocatori, soprattutto quei giovani talenti che potrebbero un giorno valere milioni. Ormai la cosa che conta di più, è quella di arrivare prima degli altri, anche sui ragazzi più giovani. Spesso con la “complicità” di genitori accecati dalla possibilità che il figlio diventi il nuovo Messi.
E lo Young Boys? I campioni svizzeri hanno appena annunciato che Spycher, ormai ex direttore sportivo, ha comprato una parte delle azioni del club ed è diventato socio di minoranza della famiglia Rihs.
Insomma, un altro uomo di mercato, ancorché non proprietario di un’agenzia, che acquista un club (o una parte di esso). A dimostrazione che chi lavora nel calcio e ha a che fare giornalmente con il mercato e i suoi trasferimenti, non sempre facili da capire, intuisce velocemente che questo ambiente può generare guadagni importanti. Soprattutto se il club è ben strutturato e abituato a lavorare ad alti livelli.
E il Lugano? Nella speciale classifica delle agenzie che detengono il maggior numero di giocatori (al terzo posto c’è la IFM dell’ex giocatore del Lugano Vöge), c’è anche l’agenzia Heusler-Werthmüller-Heitz (al nono posto).
Potrebbe stupire che il direttore sportivo dei Chicago Fire Georg Heitz compaia ancora nell’agenzia, ma nel registro di commercio, il suo nome è già stato stralciato.
Difficile, almeno per il momento, che un club come il Lugano si ritrovi invischiato in simili guerre per accaparrarsi i migliori giovani. La posizione geografica, la poca fama sul mercato (nonostante l’ultimo colpo Amoura) ma soprattutto le infrastrutture di un club che non ha ancora concluso la sua cresciuta, non rappresentano ancora il sogno per un ragazzo, la sua famiglia e, perché no, il suo agente. Che ovviamente, vivendo di commissioni, segue anche lui una precisa strategia.
Sarà importante, quello sì, riuscire a tenere quei talenti che il Lugano (o il Team Ticino) sta facendo crescere con pazienza, professionalità e investimenti. Gli squali del mercato sono sempre dietro l’angolo, purtroppo.
Mantenere i giovani  nel nostro calcio svizzero, è qualcosa che, statistiche alla mano, sembra funzionare. Più del 90 per cento dei giocatori che oggi vestono la maglia della nazionale ha militato in Super League.
Ecco perché è importante che il nostro paese continui a essere un buon posto dove far crescere i propri giovani. Lontana possibilmente da giochi di poteri e isterismi che alla lunga possono soltanto nuocere.
(Foto Keystone/Leanza)