HOCKEY
Fischer non è il nocciolo della questione
Il futuro del nostro hockey è a rischio: mancano i giovani talenti
Pubblicato il 12.02.2024 08:52
di Marco Maffioletti
Si può essere sorpresi? Francamente no. Si è conclusa con tre sconfitte l’avventura della Svizzera ai Beijer Hockey Games. D’altronde con la selezione, composta per la maggior parte da giocatori di seconda se non addirittura terza fascia, era difficile attendersi di più. Finlandia, Svezia e Cechia hanno semplicemente una base da cui attingere molto più larga rispetto alla Svizzera. In particolar modo contro la Nazionale delle Tre Corone sono emerse tutte le lacune. Per la squadra di Patrick Fischer si è dunque concluso mestamente l’Euro Hockey Tour: nove sconfitte in altrettanti impegni per un totale di undici battute d’arresto filate, se si tiene contro delle ultime due partite del Mondiale lettone. Un bilancio non certo edificante e brillante, ma che difficilmente avrà un influsso sulle prestazioni quando le cose conteranno per davvero, ovvero in maggio alla prossima rassegna iridata in programma a Praga e Ostrava. È praticamente impossibile fare previsioni, molto dipenderà dai giocatori a disposizione da Oltreoceano. Non si può però far finta di nulla. Ammessa all’Euro Hockey Tour al fine di sostituire la Russia, la Svizzera, il cui contratto per partecipare a questa competizione è stato rinnovato sino al 2027, deve comunque chinarsi e riflettere sul futuro. L’intero mondo hockeistico rossocrociato deve collaborare, la comunicazione tra la federazione e i club va migliorata e se possibile ampliata. La sensazione è che bisogna dare un’ulteriore sterzata. Ancora troppo spesso le società pensano al loro orticello e a farne le spese è la massima rappresentativa. Sarà necessario pure dare un giro di vita nei settori giovanili e cercare di aumentare il numero dei licenziati. Attualmente in NHL ci sono solamente nove giocatori elvetici e pure nei recenti draft si sta arrancando. Per fare un paragone, gli svedesi sono una novantina, i finlandesi una quarantina e i cechi sono oltre 30. La Svizzera insomma se la gioca da questo punto di vista con Slovacchia (pure nove) e Germania. Nell’ultimo draft c’è stato un solo elvetico scelto, una miseria rispetto agli 8 cechi o ai 7 slovacchi. Persino la Germania con 3 ha fatto meglio. Nel 2022 la musica era praticamente la stessa, con pure solamente uno svizzero draftato. Qualche giorno fa Nino Niederreiter ha lanciato l’allarme: bisogna stare attenti altrimenti si rischia non solo di non progredire, bensì addirittura di regredire. Insomma, il futuro non sembra proprio roseo e per fare in modo di restare competitivi urge adottare nuove misure, anche perché la concorrenza non dorme. Ecco perché stare qui a discutere se Patrick Fischer sia ancora l’uomo ideale per la nostra massima selezione non è il vero nocciolo della questione. Il selezionatore è l’ultimo dei problemi. Il vero problema sta a monte, o se preferite dietro le quinte. Senza un miglioramento alla base, senza una collaborazione costruttiva tra tutti i coinvolti, sarà praticamente impossibile in un futuro nemmeno troppo lontano competere per le medaglie. Nemmeno con il Viktor Tichonov o il Mike Keenan di turno in panchina.
(Foto Keystone)