CALCIO
Ticinesi "do it better"
Tre allenatori che stanno vivendo un momento positivo: il futuro è loro
Pubblicato il 12.02.2024 09:55
di L.S.
Garbato, abituato a dirigere la squadra da dietro a testa alta e con un innato senso della posizione.
L’altro, un uomo di fascia che sembrava avere un turbo nelle gambe e con quel temperamento che ne facevano già allora un rumoroso trascinatore.
L’ultimo era un bomber, uno di quelli che è arrivato fino alla nazionale e a un Mondiale a suon di gol, grazie a una capacità innata di riconoscere l’occasione e di coglierla. Soprattutto, quando si presentava sottoporta.
Forse in pochi avremmo pensato che qualche anno dopo, i tre, sarebbero diventati allenatori di successo.
Attraverso percorsi ed esperienze diverse, si sono rifatti una vita calcistica, dimostrandosi capaci di reinventarsi. Con intelligenza e professionalità.
Alessandro Mangiarratti, dopo un’esperienza nel Team Ticino e un fugace esordio a Chiasso, ha lavorato allo Young Boys con i giovani. Poi il Vaduz, con l’esaltante avventura in Conference League e un addio, inatteso, ma comunicato con grande signorilità e onestà. Era scarico, stanco e forse non si sentiva più in linea con un progetto che credeva diverso.
Adesso a Yverdon si sta consacrando: 9 punti in cinque partite in questo 2024, con avversari che potevano far tremare i polsi. Due volte il Servette, Young Boys, Lucerna e Zurigo.
La sua squadra gioca un calcio coraggioso e fisico, che inizia a fare seguaci.
Mattia Croci-Torti, dopo una vita da assistente, tra Chiasso e Lugano (e una breve parentesi sulla panchina del Mendrisio), coi bianconeri è letteralmente esploso. La separazione da Braga e la squadra affidata la Crus sembravano l’azzardo di una dirigenza che aveva rischiato forte, ma che alla fine ha avuto ragione.
A vincere è stato il tecnico, arrivato due volte in finale di Coppa e che adesso, nonostante una stagione da incubo a livello di infortuni, riesce a tenere dritta la barra. Squadra tra le prime sei e un quarto di finale di Coppa da disputare (a Basilea).
Un allenatore che ha saputo creare con i suoi ragazzi e l’ambiente un feeling unico e apparentemente indissolubile e che rappresenta, in questo momento di transizione e di crescita, la miglior garanzia per il club.
E poi c’è Mauro Lustrinelli, che dopo aver fatto la trafila a livello di nazionali giovanili, fino all’Under 21 elvetica, ha accettato la sfida di Thun. Tre anni per risalire in Super League, con un progetto studiato e pensato nei minimi termini.
Quest’anno la concorrenza di un Sion che non appartiene, per blasone e forza economica, alla Challenge League, lo obbligherà probabilmente allo spareggio. Un secondo posto che testimonia il buon lavoro fatto e che getta le basi, eventualmente, per l’assalto del prossimo anno. Dove, speriamo, andrà ad affiancare i due colleghi e amici.
Tre tecnici che giocano un calcio propositivo, che con le loro squadre sanno divertire e che stanno raccogliendo i meritati frutti.
Se il Ticino, in questi ultimi anni, ha faticato a creare quei giocatori che in passato eravamo abituati a vedere ad alti livelli (e in nazionale), godiamoci le carriere di questi tre ragazzi.
Bravi, seri e che ci rendono orgogliosi.
(Alessandro Mangiarratti a contrasto con Mauro Lustrinelli, in un Bellinzona-Young Boys della stagione 2009-10, nella foto Demaldi)