Il
Crus, a fine partita, ai microfoni della RSI, non ha usato giri di
parole, per descrivere il proprio stato d'animo. E le stesse parole
hanno usato tanti tifosi sui social. Si, girano le scatole quando
perdi così una partita, contro un'avversaria diretta, quando ti
trovavi in vantaggio a un quarto d'ora dalla fine, con una gara tutto
sommato sotto controllo, nonostante nella ripresa i ginevrini abbiano
giocato un po' troppo a ridosso dei sedici metri ticinesi. Va
detto che il Servette è stato bravo a crederci sino alla fine,
nonostante il mantenimento dell'iniziativa non avesse dato risultati
concreti. La svolta è stata l'espulsione di Grgić, per fallo da
dietro, mentre i suoi stavano subendo un contropiede sanguinoso da
calcio d'angolo: una situazione che non si doveva verificare, così
come il fallo da rigore di Hajrizi, molto simile a quello di Mai a
Cornaredo contro lo Stade Lausanne. Ma lì, ormai, era saltata la
concentrazione dei bianconeri i quali, talvolta, hanno di queste
amnesie quando le cose vanno male. C'è ancora da lavorarci, insomma.
Il gol del pareggio è arrivato in un momento delicato, vale a dire
mentre la squadra stava cercando delle nuove geometrie, essendo
rimasta in 10 e con 3 nuovi entrati: gli errori di piazzamento della
retroguardia sono stati evidenti (troppo solo Stevanović sul secondo
palo). Noi, vedendo la rete gonfiarsi, abbiamo istintivamente pensato
a Don Carlo, il destro più potente della diocesi quand'eravamo
bambini, la cui passione e competenza per il calcio era proverbiale,
anche se, forse, non è mai diventato vescovo per questo motivo.
Durante le partite, con la difesa in difficoltà, andava dietro la
porta, invitando il portiere a far suoi tutti palloni in area piccola
e dintorni, usando una dialettica magari poco evangelica, ma
efficace. Va detto che, ieri pomeriggio, Saipi tra i pali si è molto
ben disimpegnato. Don Carlo non è più tra noi da diversi lustri, e
forse si è portato con sé una certa idea del ruolo, chissà.
Peccato, perché la partita era stata fin lì ben gestita, al netto
di un Guillemenot davvero sciagurato per i Grénats (a suo carico un paio di occasioni clamorose fallite una delle quali,
a inizio gara, ispirata da un errore clamoroso di El Wafi, avrebbe
potuto orientare la medesima in maniera del tutto differente), e del
fatto che l'azione che ha portato al rosso per Grgić è nata da una
traversa colpita da Celar di testa: col senno di poi, facile dire
cosa sarebbe accaduto se la palla fosse entrata. L'esperimento dei 4
centrali, dovuti al forfait di Valenzuela all'ultimo momento, stava
tutto sommato funzionando, mentre i cambi, nell'occasione, non sono
stati in grado d'incidere. Ma, a questo giro, c'erano anche gli
avversari, bravi a trovare le energie fisiche per assecondare la
spinta psicologica del trovarsi in superiorità numerica. Il calcio,
lo diciamo sempre, è anche e soprattutto testa. La pedata, lo
sappiamo, non è razionale e, negli ultimi giri di orologio, questa
sconfitta e la vittoria dello Zurigo a Lucerna, maturate entrambe nel
finale, hanno modificato in peggio una classifica che, appunto, un
quarto d'ora prima sorrideva decisamente ai ticinesi. Domenica, con
lo Zurigo, non si dovrà sbagliare, ma la settimana sarà lunga. Per
fortuna del Crus, le coppe europee delle altre e l'hockey
distrarranno un po' i tifosi.
(Foto Keystone/Trezzini)